DISTURBI PSICHIATRICI PERINATALI E USO DI ALCOL IN GRAVIDANZA: UN PROGETTO PILOTA INTEGRATO

Bollettino epidemiologico nazionale (Ben) 202

La gravidanza rappresenta un momento importante di cambiamento nella vita delle donne, sotto più aspetti, ma che può causare anche l'insorgenza di alcuni disturbi, tra cui i "(...) disturbi psichici perinatali, che possono riguardare fino a 1 donna su 5 nella popolazione generale. La depressione perinatale (DP) rappresenta, infatti, la complicanza più frequente di gravidanza e parto e la seconda causa più frequente di morte materna prematura".

data di pubblicazione:

29 Dicembre 2022

Nel terzo numero del Bollettino epidemiologico nazionale (Ben) 2022 si possono conoscere i dati preliminari di un progetto pilota integrato che prevede lo screening congiunto per i disturbi psichiatrici perinatali e l’uso di alcol per le donne in gravidanza. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 1, attraverso la collaborazione tra il progetto di Salute Mentale Perinatale (SaMeP), il CRARL (Centro di Riferimento Alcologico Regionale del Lazio) e i Consultori familiari (CF) dei Distretti.

La gravidanza rappresenta un momento importante di cambiamento nella vita delle donne, sotto più aspetti, ma che può causare anche l’insorgenza di alcuni disturbi, tra cui i “(…) disturbi psichici perinatali, che possono riguardare fino a 1 donna su 5 nella popolazione generale. La depressione perinatale (DP) rappresenta, infatti, la complicanza più frequente di gravidanza e parto e la seconda causa più frequente di morte materna prematura”.
Anche l’alcol, se viene consumato nel periodo della gravidanza, può rappresentare un problema allo sviluppo del feto, e questo nonostante la sua nocività sia nota e sia stata confermata a livello scientifico.
“Una recente metanalisi ha stimato che, a livello mondiale, il 9,8% delle gestanti consuma alcol durante la gravidanza; il dato è rilevante, ma probabilmente fornisce un quadro solo parziale, sottostimando il problema. Il gruppo di patologie fetali che deriva dall’uso di alcol in gravidanza prende il nome di spettro dei disturbi feto-alcolici (Fetal Alcohol Spectrum Disorders, FASD), una condizione malformativa complessa del neonato e del bambino che ha un’incidenza mondiale annua pari a 119.000 casi e riguarda 1 gravidanza su 67.
Impossibile, a tal proposito, trascurare il dato secondo cui la maggior parte delle donne che presenta un disturbo da uso di alcol (DUA) nel periodo perinatale riceve anche una diagnosi per un’ulteriore patologia psichiatrica (dal 56% al 92% dei casi). Il DUA si manifesta spesso in comorbilità con altri disturbi psichiatrici, in particolare con i disturbi dell’umore, peggiorandone la prognosi”.
In conseguenza di ciò lo scopo del progetto di collaborazione SaMeP-CRARL è “(…) quello di individuare precocemente sia il rischio di insorgenza di disturbi psichiatrici che l’uso di alcol durante il periodo perinatale, favorendo la prevenzione della sindrome feto-alcolica”.
Grazie alla collaborazione con due CF della ASL Roma 1, selezionati in base alla densità di popolazione e alla diversificazione sociodemografica, è stato possibile sottoporre 99 donne allo screening integrato SaMeP-CRARL di 1° livello. Questo prevede la somministrazione di una intervista semi-strutturata condotta dal personale ostetrico (…) che poi continua con due successivi percorsi paralleli di approfondimento clinico, rivolti a tutte le donne in gravidanza o nel post partum che risiedono nel territorio della ASL Roma 1 e accedono ai CF, dove diventa cruciale l’individuazione precoce delle condizioni di rischio”.
Alcuni dati: l’età media delle donne coinvolte nel progetto è di 34 anni, cinque donne su 99 (5%) hanno riferito di aver avuto precedenti contatti con i servizi di salute mentale. Alla domanda “attualmente con quale frequenza consuma bevande alcoliche?”, 11 donne (11%) hanno riferito di bere alcolici meno di una volta/ una volta al mese, 2 donne (2%) di assumere alcolici da 2 a 4 volte al mese, 1 donna (1%) 2 o 3 volte a settimana, 1 donna (1%) 4 o più volte a settimana.
Alcune indicazioni utili: “la creazione di un programma di screening che, a fronte di una semplice somministrazione, permette di sensibilizzare le donne sulle conseguenze dell’uso di alcol in gravidanza e di valutare il rischio di insorgenza di problematiche psichiatriche perinatali”.
“Rispetto a un’eventuale correlazione tra patologie psichiatriche e consumo di alcol nel periodo perinatale, solo 1 donna è risultata positiva sia al Whooley test che al diario alimentare; inoltre, nessuna delle 5 donne che ha avuto precedenti contatti con servizi di salute mentale, ha dichiarato consumo di alcol in gravidanza, non confermando nel nostro campione l’ipotesi di correlazione”.
Invece ” tra i limiti del progetto pilota vi è la difficoltà nell’individuazione di una porzione sempre più ampia della popolazione a rischio: la pratica clinica ci indica, infatti, che le pazienti con maggiori difficoltà, scarso sostegno sociale, condizioni di isolamento, gravidanze accidentali, le donne single, straniere, con patologie psichiatriche o con disturbi da uso di alcol conclamati si rivolgono meno frequentemente al CF di riferimento per cercare aiuto nel corso della gravidanza. E di conseguenza il nostro studio potrebbe sottostimare le donne positive alle domande di Whooley per la difficoltà dell’individuazione di popolazione a rischio”.

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