DROGHE E REVISIONE DELLA NORMATIVA

data di pubblicazione:

19 Agosto 2022

Claudio Deiana, ricercatore di Economia Politica presso l’Università di Cagliari, in un commento alla recente Relazione sulle droghe al Parlamento pubblicato sul sito di economia La Voce, offre alcuni argomenti a sostegno della revisione del Dpr 309/1990. Secondo Deiana, i dati forniti dalla Relazione sui sequestri di sostanze, sui procedimenti penali in atto, sulle persone incarcerate, certificano un aumento nel periodo 2019-202, tendenza alla quale va assicurata una adeguata risposta a livello di politiche e di norme. Scrive il ricercatore: “Un’adeguata regolamentazione del settore da parte della politica è chiaramente necessaria, ma la raccolta di 607 mila firme per il referendum sulla cannabis, in seguito giudicato inammissibile dalla sentenza della Corte costituzionale (51/2022), ha fatto emergere anche una forte spinta popolare per una revisione della normativa. Le proposte più concrete riguardano l’articolo 73 del Dpr n. 309/1990 con l’intento di sottrarre all’azione penale sia la coltivazione di cannabis a uso domestico, sia la cessione di basse quantità per utilizzo di gruppo nel caso in cui non vi sia la finalità di profitto.

L’esperienza di altri paesi può servire da lezione, seppur con le dovute cautele, date le diversità istituzionali e culturali. Negli Usa, la marijuana è stata legalizzata da 36 stati per scopi medici e da 14 stati per scopi puramente ricreativi. La legalizzazione ha fatto crescere i consumi? L’evidenza empirica non sembra confermare questa ipotesi, specialmente per quanto riguarda gli adolescenti. Relativamente al tema della comorbidità, altri studi mostrano addirittura una diminuzione del 20 per cento nell’uso di alcool, un calo nei crimini legati a stupri e violenze sessuali e una riduzione delle ospedalizzazioni legate all’alcool. Un altro effetto diretto concerne una diminuzione dei suicidi e del numero di incidenti stradali. D’altra parte, un accesso facilitato alla cannabis potrebbe portare con sé problemi inerenti alla sicurezza sul lavoro. Tuttavia, la legalizzazione della marijuana medica è associata a una riduzione dell’8 per cento della probabilità di assentarsi da lavoro per problemi di salute. I risultati esistenti sono coerenti con la tesi che le conseguenze della legalizzazione della marijuana sulla salute pubblica siano, in genere, positivi. A questo vanno aggiunti i potenziali benefici che deriverebbero dalla sottrazione di un’importante quota di profitti illegali alle organizzazioni criminali, sebbene sia necessaria un’adeguata regolamentazione del settore.”

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