Susanna Ronconi, in un articolo pubblicato su Fuoriluogo, traccia un bilancio dei 30 anni di Forum Droghe, soffermandosi sulle principali attività e campagne svolte e sull’impronta del lavoro di Grazia Zuffa, recentemente scomparsa.
“Il 7 e 8 novembre noi saremo a Roma. Noi di Forum Droghe, con decine di associazioni, e centinaia di professionistə, ricercatorə, studiosə, difensori dei diritti umani, persone che usano droghe, attivistə per la riforma delle politiche delle droghe, operativi nella riduzione del danno, promotori della salute di chi usa droghe e della salute pubblica, difensori dei diritti umani, cultori del pensiero critico e della ricerca. Saremo a Roma fuori e contro la Conferenza nazionale sulle droghe indetta dal governo, di cui denunciamo l’approccio basato su criminalizzazione, patologizzazione e ‘tolleranza zero’.
Per Forum Droghe, giunto al suo trentesimo anno di vita, motore e protagonista di questo movimento plurale, una rinnovata sfida da accettare per cambiare il discorso pubblico sulle droghe nel nostro paese.
Così Forum Droghe celebra il suo trentennale: rinnovando la sua lunga e tenace battaglia per una svolta radicale nelle politiche delle droghe, che fin dal 1990 non hanno mai smesso di produrre danni e effetti perversi, oltre che a misurare la propria inefficacia.
Questi trent’anni si celebrano senza Grazia Zuffa, che ci ha lasciati improvvisamente lo scorso febbraio, ma che rimane per Forum punto di riferimento insostituibile. Fu proprio lei, insieme a Franco Corleone e a un piccolo gruppo di ardimentosə, a fondare l’associazione nel 1995: da quel 1990, che aveva visto il varo della legge 309, con una brusca inversione rispetto alla ‘legge mite’ del 1975, si palesavano già le prime evidenze dei danni di una norma che faceva la guerra non alle droghe ma a chi le usa, con enormi aggravi penali, carcerari, sociali e di sofferenza individuale e collettiva.
Evidenza che aveva portato alla promozione di un referendum, grazie alla spinta dei Radicali e poi al sostegno della società civile, che nel 1993 portò gli italiani alle urne attorno al quesito che voleva smussare i picchi più repressivi della legge. L’esito fu sorprendete, se si considera la relativa marginalità del tema e la pervasività di un ‘senso comune’ moralista e punizionista: gli italiani votarono per l’abrogazione di quelle norme. Grazia e gli altri si resero conto che era maturo il momento per fare delle droghe un tema del discorso pubblico, fuori dai recinti del penale e del patologico, e che le politiche delle droghe dovevano diventare oggetto di una conoscenza e di un pensiero critico resi accessibili al dibattito pubblico, e funzionali a un processo riformatore.
Dentro il movimento nazionale e internazionale per la riforma delle politiche delle droghe, Forum Droghe ha voluto fin da subito essere luogo e stimolo per la produzione di ‘alternative critiche’ su diversi piani: critica ai paradigmi, critica alle norme, critica alle politiche di intervento, critica alle rappresentazioni dei fenomeni. Ma sempre con attenzione – e anche per questo siamo grati a Grazia – allo snodo tra pensiero critico e pratica politica, ieri come oggi.
(…) Il contributo più denso di esiti teorici e politici, che percorre in filigrana tutta la proposta politica e scientifica di Forum, è proprio lo sguardo critico sul fenomeno, le chiavi di lettura. La dimostrazione della fragilità teorica sia del paradigma morale che di quello patologico, che fondano le politiche mainstream, è avvenuta attraverso prima di tutto la ricerca.
L’indagine qualitativa sul ‘consumo controllato’, con cui Forum, con Grazia Zuffa per prima, ha aperto anche in Italia una prospettiva che a livello internazionale si era dimostrata fondamentale già dagli anni ’80, ha consentito di mettere in dubbio alcuni assunti fino a ieri dati per assodati (sebbene non dimostrati): è stata rovesciata l’immagine secondo cui le droghe (illegali) sono ‘incontrollabili’, con ciò ‘meritando’ o divieto o trattamento; sulla base dell’osservazione di strategie, competenze e carriere di consumatori in grado di mantenere un controllo e una regolazione dell’uso ‘compatibili’ con la vita personale e sociale e con la salute, si è introdotto uno sguardo sociale e culturale sul fenomeno, salvando la sua complessità.
È stata messa radicalmente in discussione la teoria della escalation, secondo cui l’uso si evolve comunque in abuso e poi in dipendenza, così come quella della centralità delle sostanze, a favore di uno sguardo secondo cui il set (la persona, le sue aspettative, obiettivi e culture dell’uso) e soprattutto il setting (il contesto sociale, normativo, culturale) influenzano e co-determinano stili e esiti dell’uso. Un lavoro scientifico ma anche sociale, condotto sempre in alleanza e dialogo con le persone che usano droghe, con le loro competenze e esperienze, e con gli operatori.
(…) Questo patrimonio, su cui ancora oggi lavoriamo, ha una formidabile e attualissima ricaduta politica. La battaglia per il superamento della war on drugs, per decriminalizzare le condotte che hanno a che fare con l’uso di sostanze e ancor più la prospettiva di una regolazione legale dei mercati, implica una seria alternativa, sostenibile, praticabile, di riduzione al minimo di danni e rischi e rispettosa dei diritti.
(…) Un secondo piano che caratterizza da sempre il lavoro di Forum è quello della riforma legislativa, della lotta per decriminalizzare e per ridurre il ruolo della reclusione nelle politiche delle droghe. Sono stati negli anni elaborati testi di riforma della legge 309, con un lavoro di alleanza e collaborazione con molti giuristi e parlamentari, oltre a singole proposte (come quelle relative all’art. 73, piccolo spaccio) per portare le pene almeno al rispetto del principio di proporzionalità e per ridurre il carcere a favore di forme alternative, fino all’azione per la promozione del referendum sulla legalizzazione della canapa. La pubblicazione del ‘Libro bianco’, insieme a una rete di associazioni, ha accompagnato questa azione, dimostrando di anno in anno con inesorabile evidenza l’impatto drammatico della legge penale sulle persone, sulla società, sui costi sociali e economici.
In filigrana a tutte le campagne, le azioni di advocacy, il lavoro scientifico e politico, il tema dei diritti umani e sociali delle persone che usano droghe, il loro ‘Niente su di noi senza di noi’ è sempre stato un punto fermo, e non solo teoricamente: Forum ha cercato e trovato il modo per sostenere e rispettare la loro parola, fin dal lontano 1996, quando facilitò la prima assemblea nazionale delle persone che usano droghe (allora si chiamava ‘In prima persona’) e la stesura della prima Carta dei loro diritti.
Infine ma non ultima, la dimensione internazionale: le reti europee e internazionali di cui Forum è parte sono una potente opportunità di prendere parola sulle politiche globali, che grazie alla società civile si stanno – sebbene, certo, lentamente – riorientando in una direzione riformista. Occasione, anche, di confronto e apprendimento, che Forum mette a disposizione delle realtà e del dibattito italiano, attraverso i suoi strumenti di comunicazione e documentazione, fuoriluogo.it, il podcast, le newsletter, gli eventi pubblici, la formazione.”