STUDIO EMCDDA SU PANDEMIA, SOSTANZE E MERCATI

data di pubblicazione:

4 Maggio 2021

EMCCDA ha recentemente pubblicato uno studio che, a distanza di diversi mesi dai due precedenti, prova a stimare l’impatto della pandemia sulle sostanze psicoattive, sui consumatori, sui mercati, sulle modalità d’uso e sui servizi. I dati raccolti, provenienti da diverse fonti in vari paesi europei, rendono disponibile una massa di informazioni molto utili sui cambiamenti intervenuti, e che spesso permettono un raffronto fra 2019 e 2020, fornendo così una fotografia in movimento dell’impatto di Covid-19. Pur non potendo citare tutte le informazioni contenute nel rapporto, è utile segnalare le principali tendenze. In primo luogo, la pandemia non sembra avere perturbato in modo significativo la produzione e i canali di traffico e di rifornimento delle principali sostanze illegali, che hanno avuto delle interruzioni solo nei periodi di lockdown. Riguardo alla disponibilità e all’uso delle sostanze illegali, dallo studio non si ricavano tendenze uniformi; in linea di massima, le differenze emerse riflettono o rinforzano tendenze già esistenti, prima della pandemia, a livello di aree geografiche o di fasce di consumatori. Ad esempio, non si registrano particolari cambiamenti rispetto all’uso di eroina e altri oppiacei. Fanno eccezione la diminuzione d’uso degli stimolanti, soprattutto di MDMA, specie nel periodo di lockdown nel primo semestre 2020 e l’aumento d’uso di benzodiazepine, segnalato in diversi paesi europei, che potrebbe legarsi allo stress psicologico correlato alla pandemia.

La parte finale dello studio è dedicata ai servizi di cura per le dipendenze e di riduzione del danno. In particolare nei mesi primaverili del 2020, quasi tutti i servizi e le strutture hanno dovuto affrontare rilevanti sfide operative e organizzative per adattare i loro interventi al nuovo contesto emergenziale, cercando ovviamente di attrezzarsi in modo adeguato per garantire condizioni di sicurezza per il personale e per l’utenza. A partire da giugno 2020, invece, la maggior parte dei servizi, con i necessari adeguamenti, ha ripreso a erogare le abituali prestazioni, sperimentando del tutto o in parte nuove metodologie. In alcuni paesi si è osservata una riduzione degli utenti e soprattutto dei nuovi trattamenti, specie nei periodi di confinamento e/o nelle nuove “ondate” di Covid-19 del quarto trimestre 2020.

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