NUOVE DROGHE E POLIASSUNZIONE: IL PROGETTO SINTESI

data di pubblicazione:

24 Aprile 2014

DROGHE2Cresce in tutta Europa l’uso problematico di droghe sintetiche, mentre in Italia avanza il fenomeno della poliassunzione, soprattutto tra i più giovani. Sono queste le aree di intervento individuate dal progetto “Sintesi” dell’associazione L’arcobaleno della Comunità di Capodarco e la cooperativa sociale “Ama-Aquilone”, finanziato dalla Regione Marche. Della durata di un anno, il progetto si concentrerà sui temi delle droghe sintetiche, farmaci senza prescrizione medica e poliassunzione attraverso la formazione degli operatori delle strutture terapeutiche coinvolte, la costruzione di percorsi specifici per la presa in carico di soggetti con dipendenza da droghe sintetiche o poliassuntori. Per la formazione medica sanitaria è stato coinvolto il servizio di Medicina delle dipendenze, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Verona, mentre per l’iter di analisi, sistematizzazione, costruzione di moduli è stata coinvolta la Facoltà di Psicologia di Padova.
Un progetto che guarda ai nuovi consumi. L’uso problematico di sostanze sintetiche è cresciuto in molti paesi europei. “Secondo l’Osservatorio europeo per le droghe e le tossicodipendenze – spiegano le due realtà promotrici del progetto – le anfetamine figurano al secondo posto fra le sostanze illecite più frequentemente usate, dopo la cannabis. Inoltre in alcuni paesi europei, l’uso delle anfetamine costituisce un aspetto importante del fenomeno del consumo di droga, essendo tali sostanze responsabili di una percentuale significativa delle richieste di cura”. Nonostante tra anfetamina e metanfetamina, sia la prima quella più diffusa in Europa, negli ultimi 5 anni la metanfetamina ha fatto la sua comparsa sul mercato degli stupefacenti in altri paesi in particolare dell’Europa settentrionale (Lettonia, Svezia, Norvegia, Finlandia), dove sembra aver sostituito parzialmente l’anfetamina. Nel 2010 ulteriori segnali di consumo problematico di metanfetamina, sono stati segnalati in Germania, Grecia, Ungheria e Turchia, sono inoltre aumentati i sequestri in Austria ed Estonia. Crescono anche i sequestri di precursori chimici per la sintesi di droghe sintetiche. “In unione Europea i sequestri di P2P (usato per la produzione di anfetamine e metanfetamina) sono aumentati drasticamente da 863 litri nel 2009 a7.493 litri nel 2010 – spiegano le due organizzazioni -, cosi come tutti i precursori di riferimento per la produzione clandestina di queste droghe. Alla base del fenomeno, oltre alla maggiore facilità di produzione delle droghe sintetiche rispetto a cocaina o eroina, soprattutto la questione economica. “La scarsità di denaro porta all’acquisto di sostanze che costano meno sul mercato illegale – spiegano -, o di più facile reperibilità anche attraverso il mercato dei farmaci legali”.
In Italia si registra una crescita del fenomeno della poliassunzione, in particolare nella fasce di età più giovane dei consumatori (18-25 anni). “Quello che si registra è utilizzo simultaneo e non regolato di più sostanze in un accumulo da supermarket – spiegano -, per così dire, ove non c’è alcuna logica funzionale se la ricerca del massimo di alterazione possibile dello stato di coscienza e dell’allentamento totale dei freni inibitori. Le cosiddette droghe sintetiche e i farmaci senza prescrizione rappresentano le sostanze usate e abusate da una percentuale elevata di persone con dipendenze già da altre sostanze”. Nelle Marche, inoltre, insieme alla Calabria, si sono registrate le più alte percentuali di persone in trattamento per l’uso primario di altre sostanze (anfetamina, metanfetamina, ketamina etc.). “Negli ultimi anni – spiegano le due realtà – abbiamo assistito ad una sempre maggiore numero di ragazzi accolti presso le strutture del privato sociale marchigiano sono poliassuntori. Una percentuale sempre più elevata indica come seconda dipendenza quella da psicofarmaci, allucinogeni e anfetamine. La percentuale di ingressi per dipendenza patologica da psicofarmaci risulta molto alta rispetto alla media nazionale (11 per cento vs 4,8 per cento). In relazione a questo è stato valutata la necessità di rispondere ai bisogni specifici che la dipendenza o l’abuso di queste sostanze comporta così da avere la capacità di intervenire in maniera quanto più specifica e mirata su questo tipo di problematica”. Un fenomeno, spiegano l’associazione L’arcobaleno e la cooperativa Ama-Aquilone, che “porta le strutture terapeutiche a doversi attrezzare per andare ad impattare su questa realtà”. L’abuso di sostanze secondarie, mettono in guardia le due realtà, “portano ad una sottovalutazione della problematicità, che compromette il percorso terapeutico dei ragazzi in carico, sia da un punto di vista di facilità di abbandono legato ad una mancanza di intervento (anche farmacologico) sull’abuso di altre sostanze, sia da parte dell’operatore che non ha la possibilità di avere un anamnesi completa della persona accolta”.

Fonte: Redattore Sociale

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