XXI rapporto di Antigone sulle condizioni carcerarie

SENZA RESPIRO è il titolo scelto per il Rapporto

al 30 aprile 2025 erano 62.445 le persone detenute, a fronte di 51.280 posti regolamentari. Ma se si tolgono quelli non disponibili, oltre 4mila, si arriva a un tasso reale di sovraffollamento del 133 per cento, con 16mila persone che non hanno un posto regolamentare all’interno delle carcere

data di pubblicazione:

27 Giugno 2025

Senza Respiro. E’ questo il titolo che l’associazione Antigone, che si occupa delle condizioni carcerarie, ha deciso di dare al suo XXI Rapporto. Un titolo che si riferisce principalmente alla situazione di sovraffollamento che vivono gli istituti di pena italiani.

Questi i numeri: al 30 aprile 2025 erano 62.445 le persone detenute, a fronte di 51.280 posti regolamentari. Ma se si tolgono quelli non disponibili, oltre 4mila, si arriva a un tasso reale di sovraffollamento del 133 per cento, con 16mila persone che non hanno un posto regolamentare all’interno delle carcere.

Persone che, secondo il sito La via libera, sempre di più fanno parte della fascia di popolazione più fragile.  “I reati gravi, in testa gli omicidi, sono sempre meno in Italia. Per cui in carcere ci finiscono soprattutto i più fragili: il 51 per cento dei detenuti con condanna definitiva ha meno di tre anni da scontare, e molti di loro non avrebbero dovuto entrarci affatto. Sono poveri, stranieri, tossicodipendenti, persone senza difesa tecnica o persone con problemi psichiatrici pregressi. Alcuni hanno meno di un anno di pena, eppure stanno in cella. Le donne, pur essendo solo il 4,3 per cento della popolazione detenuta, pagano un prezzo alto: la maggior parte di loro sono recluse in sezioni femminili all’interno di carceri per la maggior parte adibiti alla popolazione maschile e questo comporta sezioni piccole e attività assenti”.

Anche i carceri per minorenni non stanno meglio. “Oggi gli istituti penali per minorenni (ipm) ospitano 611 giovani – mai erano stati così tanti prima d’ora. Quasi metà di loro sono minori stranieri non accompagnati. Il 65 per cento è in custodia cautelare”.

Al problema del sovraffollamento il Rapporto di Antigone aggiunge altri due problemi: l’uso di psicofarmaci e quello della carenza di organico. Il primo rende le persone meno attive, con la conseguenza di svuotare la partecipazione alle attività, se previste, mentre il secondo aumento lo stato di stress dei lavoratori.  Allo stato attuale “(…) mancano 96 direttori e ci sono carceri con un educatore ogni 150 detenuti. La polizia penitenziaria è insufficiente, stressata, mal distribuita”.

Per affrontare questa situazione il Rapporto lancia anche tre proposte.

La prima riguarda un atto di clemenza per i detenuti con meno di due anni da scontare, si tratta di 17mila persone.

La seconda di misure collettive straordinarie da parte dei consigli di disciplina, che potrebbero sollecitare provvedimenti di grazia e misure alternative per tutti coloro che hanno da scontare meno di due anni.

La terza l’introduzione di un principio chiaro: nessuno deve entrare in carcere, salvo casi eccezionali, se non c’è un posto regolamentare. Non si possono continuare a stipare persone in posti che non esistono, occupando con letti anche le aree di socialità o le aule scolastiche, o aggiungendo la terza branda nei letti a castello, obbligando le persone a dormire a due metri da terra e a pochi centimetri dal soffitto”.

 

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