MENO ALCOL, TABACCO, CANNABIS E MENO REATI:

i giovani secondo una ricerca internazionale

I comportamenti " a rischio" dei giovani di oggi stanno cambiando e nella direzione opposta rispetto a quella dei giovani di fine anni novanta: gli adolescenti oggi  fumano di meno, consumano meno alcol, assumono meno cannabis, hanno i loro primi rapporti sessuali più tardi e commettono meno reati.

data di pubblicazione:

1 Febbraio 2023

I comportamenti ” a rischio” dei giovani di oggi stanno cambiando e nella direzione opposta rispetto a quella dei giovani di fine anni novanta: è quanto emerge da uno studio a livello internazionale (pubblicato sulla rivista scientifica Social Science & Medicine) che ha raccolto ricerche e sondaggi riguardanti persone adolescenti nei paesi ad alto reddito tra il 1999 e il 2019. 

Secondo questo studio gli adolescenti oggi  fumano di meno, consumano meno alcol, assumono meno cannabis, hanno i loro primi rapporti sessuali più tardi e commettono meno reati.
I risultati sono stati molto commentati sui social, non solo perché contraddicono l’idea, spesso semplificata, che molti hanno degli adolescenti, ma anche per l’interpretazione dei dati e le ipotesi di spiegazione che fornisce.
” I ricercatori e le ricercatrici dello studio affermano che, sebbene le cause del fenomeno siano complesse e non del tutto comprese nella letteratura scientifica, la diminuzione di molti tipi di comportamenti a rischio è generalmente associata a una diminuzione delle socializzazioni di persona in assenza di supervisione degli adulti.”
Una delle tendenze maggiori che emerge dallo studio è la diminuzione significativa del consumo di sigarette nei giovani di questi paesi:  secondo l’ESPAD “(…) la percentuale di giovani tra i 15 e i 16 anni che fumano ogni giorno è passata da un picco del 26 per cento nel 1999 al 10 per cento nel 2019, con una diminuzione ancora più marcata nei paesi nordici.
Lo stesso trend negativo del consumo di sigarette si registra anche nel consumo di alcol, che tra i giovani è diminuito sia in termini di diffusione che di frequenza. Tra il 2000 e il 2015″(…) il calo più marcato è nell’assunzione settimanale riferita rispetto a quella mensile: dato che indica che gli adolescenti che bevono lo fanno meno frequentemente rispetto al passato.”
Per quanto riguarda l’assunzione di cannabis si è assistito ad un calo evidente, tra il 2000 e 2008, in alcuni paesi quali Nuova Zelanda, Australia, Paesi Bassi e Stati Uniti (i dati si riferiscono a un periodo precedente la legalizzazione della marijuana per gli adulti in molte aree) mentre in Europa i dati sono oscillanti da paese a paese.
Rispetto ad altri due comportamenti studiati in adolescenza, quali l’inizio dell’attività sessuale e il commettere reati, lo studio evidenzia come in questi paesi nel primo caso si cominci ad una età maggiore e nel secondo si registri una diminuzione generale di questi atti.
L’analisi dei dati racconta che “I cambiamenti comportamentali più marcati si sono verificati prima nei paesi di lingua inglese, come Stati Uniti e Australia, e in quelli nordeuropei, come Islanda e Svezia. In gran parte dell’Europa orientale i cali sono generalmente ritardati di 5-10 anni.”
Riguardo alle spiegazioni di questi fenomeni ” le prove indicano che per i cali nel consumo di alcol e nel fumo potrebbero aver avuto un ruolo una serie di fattori specifici come la diminuzione della popolarità del fumo tra i giovani, le politiche di controllo sul tabacco, le maggiori difficoltà degli adolescenti a procurarsi l’alcol e un atteggiamento più restrittivo da parte dei genitori sul consumo di alcolici.”
Il calo di questi consumi, avvenuti contemporaneamente nei vari gruppi demografici dei diversi paesi, fa pensare che a determinarli siano stati ” (…) cambiamenti ambientali sottostanti anziché cambiamenti delle norme sociali o della percezione del rischio, che si siano gradualmente diffusi passando da un gruppo a un altro.”
I ricercatori fanno tre ipotesi, che non si escludono tra loro, per spiegare i risultati: “la prima è che i cali rappresentino una «tendenza unitaria» con cause sottostanti comuni, responsabili di declini simultanei di molti comportamenti a rischio. La seconda è che le diminuzioni siano state causate da fattori specifici e indipendenti l’uno dall’altro per ciascun comportamento. E la terza è che il declino di alcuni comportamenti abbia causato quello di altri «a cascata».”
La prima ipotesi riguarda il tempo trascorso dagli adolescenti di persona con amici e amiche, senza la supervisione di un adulto, che negli anni è diminuito drasticamente e che emerge in molte ricerche come fattore di cambiamento nei comportamenti.
Anche il tempo passato in rete sembra aver sostituito in parte il modello tradizionale di socializzazione e questo potrebbe far pensare che i giovani che passano più tempo online siano maggiormente esenti da comportamento a rischio, invece lo studio afferma il contrario: “Gli utenti più assidui, in particolare di social media, hanno maggiori probabilità di fumare e bere rispetto ai coetanei che utilizzano Internet meno frequentemente. Negli studi, in termini generali, l’utilizzo di Internet e i comportamenti pericolosi non sono descritte come attività «concorrenti», con l’una che sostituisce l’altra sul piano individuale. Piuttosto esistono prove che la comunicazione digitale faciliti o integri la socializzazione di persona tra i giovani.”

 

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