DIMINUZIONE DEI TEST E DELLE INFEZIONE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

data di pubblicazione:

10 Settembre 2022

Nell’ultimo report, con dati relativi al 2020, del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità sulle infezioni a trasmissione sessuale, si registra una diminuzione delle diagnosi delle infezioni sessualmente trasmesse, in buona parte però dovuto al minor numero di test eseguiti, pari al 35%. Secondo una sintesi di Sanità Informazione, “(…) tra il 2020 e il 2018 c’è stata una riduzione del 30% dei casi di condilomi ano-genitali, molto probabilmente grazie all’efficacia delle campagne vaccinali anti-HPV, rivolte sia al genere femminile che maschile. Tuttavia, la riduzione dei casi è come anticipato correlabile anche alla diminuita attività dell’attività diagnostica, in parte conseguente delle restrizioni pandemiche. “La riduzione, che si attesta intorno al 35%, è da attribuire a vari fattori, tra cui la ridotta attività di molti centri IST, la diminuita affluenza delle persone ai servizi di diagnosi e cura, e forse anche ad una minore esposizione a contatti sessuali a rischio. Tuttavia, nonostante un calo, nei numeri assoluti, di infezioni sessualmente trasmesse, tra i maschi che fanno sesso con maschi si è osservato un aumento del numero di diagnosi, in particolare di clamidia, gonorrea e sifilide (…) L’infezione da gonococco è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo dopo la clamidia. In Italia, dai 573 casi del 2013 si è passati agli 850 del 2017, 1.4 ogni 100 mila abitanti. In Europa i casi sono 26.4 casi ogni 100 mila abitanti. «Le conseguenze – dice lo specialista – possono essere gravidanze ectopiche, infertilità, aumento di trasmissibilità di altre IST come l’HIV, uretriti, proctiti, faringiti».
L’infezione batterica sessualmente trasmessa più diffusa in Italia è la sifilide, con 1.631 casi segnalati nel 2017, ossia 2.7 ogni 100 mila abitanti, con un aumento del 35% rispetto al 2015 «Esiste un trattamento antibiotico efficace contro la sifilide – assicura Squillace – che consente di trattarla evitando le possibili conseguenze a lungo termine».

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