EQUIVOCI E CHIARIMENTI SUL REFERENDUM CANNABIS

data di pubblicazione:

11 Gennaio 2022

In una risposta pubblicata su Fuoriluogo, Leonardo Fiorentini interviene sul merito di alcune osservazioni polemiche di Pino Arlacchi, ex eurodeputato e vice segretario dell’ONU, fra i massimi esperti della questione droghe, rispetto ai contenuti del referendum sulla cannabis. Secondo Fiorentini, Arlacchi equivoca alcune proposte, specie il presunto via libero alla coltivazione di qualsiasi pianta attualmente proibita. In realtà, sarebbe consentita solo la coltivazione per uso strettamente personale: “Se Arlacchi, che pure è stato senatore, eurodeputato e vice segretario dell’ONU avesse dedicato altri 5 minuti alla lettura del testo unico sulle droghe, si sarebbe accorto che il quesito non interviene sul divieto di coltivazione non autorizzata, che negli artt. 26 e 28 rimane tale e quale, e che rimanda guardacaso proprio alla fattispecie della fabbricazione di cui all’art. 73. Tutto questo serve per spiegare che la cancellazione del termine “coltiva” dall’articolo 73 ha per il combinato disposto delle norme residuali la depenalizzazione della coltivazione per consumo personale delle piante inserite nelle tabelle e non l’invasione di coltivazioni di coca e papavero da oppio nelle campagna italiane.”

Un secondo punto contestato da Arlacchi riguarda la depenalizzazione delle condotte legate alla cannabis. Nel merito, Fiorentini risponde che la depenalizzazione risponde a una logica di regolamentazione della cannabis, che va al di là della proposta referendaria e che dovrebbe essere oggetto di successivi interventi legislativi ad hoc. “Certo con un referendum non sarà possibile delineare una perfetta regolamentazione, lo sappiamo e lo abbiamo sempre detto. Pur essendo direttamente applicabile la norma risultante dal referendum, se approvato, il legislatore dovrà intervenire. Per quello abbiamo le proposte di legge, depositate da anni in Parlamento, che delineano una serie di quadri giuridici analitici tra cui scegliere.

Per la cannabis quindi vogliamo un sistema regolatorio, nè più nè meno quello di alcol e tabacco, sostanze ben più pericolose ma oggi legali. Al proposito Arlacchi si domanda se consideriamo la cannabis una sostanza pericolosa, ma prima di rispondere dovremmo capire se sia o meno d’accordo con noi e la scienza – vedi Lancet – sui diversi livelli di pericolosità delle sostanze psicotrope legali e illegali.”

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