PROMETTENTE STUDIO CON NANOPARTICELLE SULL'HIV

data di pubblicazione:

22 Ottobre 2021

Un nuovo studio sull’HIV, che utilizza una nuova tecnica basata sugli esonomi, promette future applicazioni per bloccare il virus negli esseri umani: il gruppo di ricercatori del National Institute of Mental Health è riuscito a bloccare la replicazione del virus dell’HIV nei topi tramite l’utilizzo di nanoparticelle. “Secondo quanto spiega il comunicato del NIMH, queste nanoparticelle vengono assorbite dalle cellule dei topi infettate dal virus fornendo loro nuove proteine le quali, dopo essersi attaccate al materiale genetico del virus, sono in grado di impedirne la replicazione. La procedura viene spiegata in uno studio pubblicato su Nature Communications.[2] Secondo il comunicato dell’istituto americano, questi risultati potrebbero fornire nuovi metodi per sopprimere lo stesso HIV anche negli esseri umani. (…) Le minuscole particelle sono denominate esosomi, piccoli complessi multi proteinici che possono degradare varie tipologie di RNA.[3]
Come spiega Jeymohan Joseph, uno dei responsabili della divisione di ricerca sull’AIDS del NIMH e uno degli autori dello studio, si tratta di risultati che mostrano quanto potenziale c’è dietro l’ingegneria degli esosomi onde ideare nuove terapie epigenetiche per silenziare l’espressione genica dell’HIV nei tessuti cerebrali. Il virus dell’HIV, infatti, è in grado di nascondersi molto bene dai vari trattamenti proprio nell’area dei tessuti celebrali (…) In questo nuovo studio i ricercatori hanno usato gli esosomi per fornire proteine ricombinanti anti HIV, denominate ZPAMt, nelle cellule dei topi. Si tratta di proteine progettate in laboratorio in modo che si leghino ad una particolare sezione del virus denominato LTR.

La sezione LTR è quella che è alla base del processo di replicazione del virus. Quello che fa la proteina è modificare la modalità con la quale viene espressa l’informazione genetica del virus rendendo il virus stesso incapace di replicarsi. La particolarità sta nel fatto che gli esosomi sono in grado, differentemente da altre particelle, di superare più agevolmente la barriera ematoencefalica.
Una volta iniettate queste particelle nel cervello, nel midollo osseo e nella milza dei topi infettati dall’HIV, i ricercatori scoprivano che le proteine fornite alle cellule sopprimevano l’espressione del virus. (…) Secondo Kevin Morris, ricercatore del City of Hope e del Menzies Health Institute Queensland presso la Griffith University, si tratta di risultati che suggeriscono che è possibile eseguire terapie su cellule infette dall’HIV utilizzando gli esosomi. Si tratta, secondo il ricercatore, di una “tecnologia innovativa che potrebbe essere un metodo di consegna (dei farmaci, n.d.r.) futuro da utilizzare non solo nell’HIV ma anche per il trattamento di varie altre malattie del cervello come il Parkinson, l’Alzheimer e la dipendenza”.

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