L'IMPATTO NEGATIVO DELLA PANDEMIA SUI FUMATORI CHE CERCANO DI SMETTERE NEGLI USA

data di pubblicazione:

23 Marzo 2021

Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Philly Voice, la pandemia Covid-19 avrebbe, per la prima volta da decenni, invertito la tendenza a un aumento di fumatori statunitensi che cessano di fumare o che vi provano. Infatti,  un’analisi dell’organizzazione no-profit North American Quitline Consortium riporta che nel 2020 vi è stata una diminuzione, a livello nazionale, del 27% di telefonate di fumatori alle varie linee locali (supportate dall’U.S. Centers for Disease Control and Prevention) che offrono consulenze e aiuto per quanti vogliano smettere di fumare tabacco. I dati dell’U.S. Centers for Disease Control and Prevention mostrano che da un volume di telefonate collocato fra 700.000 e 900.00 registrato negli anni socrsi, nel corso del 2020 i contatti sono stati solo 525,609 (con una diminuzione molto marcata ad aprile 2020), il valore più basso dal 2007.  Inoltre nel 2020 si sarebbe stato un lievissimo aumento, negli USA, del volume di vendita delle sigarette, anche qui invertendo una tendenza opposta ben consolidata.

Per Linda Bailey, CEO del North American Quitline Consortium, “Lo stress e l’ansia creati dalla pandemia hanno causato davvero alle persone delle difficoltà, riguardo all’idea di smettere di fumare. Le persone erano preoccupate riguardo alla pandemia. Erano preoccupate rispetto ad altre cose e non erano capaci e motivate a smettere.”  Chiaramente, su questi dati possono influire molti altri fattori, in primis il lungo periodo di isolamento domestico. Tuttavia, questa contro-tendenza non annulla chiari indicatori di lungo periodo che dimostrano la fortissima diminuzione della popolazione fumatrice negli USA, passata dal 45% degli adulti nel 1965 all’attuale 14%. 

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