GIORNATA NAZIONALE CONTRO I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE (DCA)

data di pubblicazione:

18 Marzo 2021

Il 15 marzo è stata la Giornata nazionale del “Fiocchetto Lilla” contro i disturbi del comportamento alimentare. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei “Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)”, tra cui anoressia, bulimia, obesità e altre forme ancora. La Giornata del “Fiocchetto Lilla” ha il significato di aumentare l’attenzione della popolazione italiana attorno a queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio ben più profondo, diffondendo la consapevolezza che questi disturbi possono essere curati attraverso una rete assistenziale orientata all’individuazione precoce del disturbo, tramite l’attivazione di percorsi riabilitativi multidisciplinari specializzati. Fondamentali per il successo del trattamento, viene ribadito, risultano la diagnosi precoce della malattia ed un intervento tempestivo affidato ad un’équipe di medici specialisti.
I numeri in Italia e la pandemia: sono circa 3 milioni di giovani, per un fenomeno “spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai famigliari, e che costituisce una vera e propria epidemia sociale”. Tra le persone interessate, il 95,9% sono donne, il 4,1% uomini. Pandemia e i relativi lockdown, sottolineano ancora gli esperti, hanno provocato un netto aumento dei disturbi alimentari nel nostro paese. Secondo i dati resi noti dal Centro Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, nei primi 6 mesi del 2020 in Italia ci sono stati 230.458 nuovi casi a fronte dei 163.547 dello stesso periodo del 2019, con un aumento del 30%. Tra questi casi, sono aumentati quelli di esordio della malattia ex novo, si sono aggravati quelli preesistenti e si è abbassata la fascia di età, che ha coinvolto pazienti anche fino a 11 anni. Inoltre sia l’anoressia – seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali, nella fascia d’età dai 12 ai 18 anni – che la bulimia, dunque, non sarebbero più patologie che interessano quasi esclusivamente l’universo femminile, bambine e ragazze.

Infine, sempre secondo gli esperti, si stanno verificando, nei pazienti già in cura, peggioramenti della malattia dovuti ad eventi traumatici avvenuti attraverso l’isolamento sociale, la permanenza forzata a casa, la chiusura delle scuole e, in generale, il distacco dagli amici e l’annullamento delle iniziative di coinvolgimento sociale. Le terapie, basate principalmente sui colloqui psicologici e clinici vis-à-vis, sono state sostituite, laddove è stato possibile, con le videochiamate.

«E in particolare, tra gli effetti del lockdown su chi ha disturbi alimentari – spiega lo psichiatra Pierandrea Salvo, della Società italiana di psicopatologia dell’alimentazione – si manifesta un aumento di ansia, depressione ed autolesionismo a cui si aggiunge la preoccupazione per l’allentamento del contatto con i curanti».

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