NICOLA LAGIOIA SUL "RINASCIMENTO PSICHEDELICO"

data di pubblicazione:

21 Dicembre 2020

Lo scrittore Nicola Lagioia, in un articolo scritto per il quotidiano Repubblica e poi ripreso dal sito “sostanze.info”, riflette sul significato potenziale che potrebbe avere il cosiddetto “Rinascimento psichedelico”. Con questo termine si definisce la rinascita di interesse verso l’LSD, di tipo non solo scientifico, ma culturale in senso largo, maturato negli ultimi anni a partire dalle nuove evidenze sulle possibili applicazioni terapeutiche dell’LSD. Scrive Lagioia: “Da qualche tempo è in corso infatti il cosiddetto “rinascimento psichedelico”, che forse sarebbe corretto chiamare “maturità psichedelica”. È stato il grande giornalista Michael Pollan, col suo Come cambiare la tua mente, a raccontare al grande pubblico che cosa stava succedendo. Nel 2007 il neuropsicofarmacologo David Nutt pubblicò su The Lancet uno studio in cui classificava le sostanze in ordine di pericolosità. Al primo posto compariva l’alcol, poi eroina, cocaina, tabacco, cannabis, soltanto in fondo LSD e psilocibina, caratterizzate da bassa tossicità e da una ancora più bassa capacità di generare dipendenza (esiste una soglia letale per il paracetamolo, nota Pollan, non per l’LSD). Dieci anni dopo il neuroscienziato Robin Carhart-Harris sottopose per la prima volta a risonanza magnetica un cervello sotto LSD. Fu il “bosone di Higgs delle neuroscienze”, commentò Nutt. Seguì un articolo del chimico Bryan Roth pubblicato su The Cell, che evidenziava il modo in cui l’LSD si lega al recettore della serotonina.

Da questi studi iniziò a emergere in modo incontrovertibile ciò che tanti faticavano ad ammettere, cioè che gli psichedelici non c’entrano niente con droghe terribili come cocaina o eroina, fanno meno danni di alcol e tabacco, possono essere usati per contrastare proprio l’alcolismo e altre dipendenze, per curare gravi forme di depressione, per ridimensionare la paura della morte nei malati terminali, nonché per studiare in modo altrimenti impossibile il funzionamento del cervello. Gli psichedelici sarebbero insomma dei farmaci, e – a patto di utilizzarli in modo cauto e controllato – potrebbero spalancare le porte su un capitolo completamente nuovo della conoscenza umana.

A partire da questi dati, si sono moltiplicati anche in Italia gli studi e le pubblicazioni sulle potenzialità terapeutiche, spirituali e culturali degli psichedelici. Nel 2018 Utet ha pubblicato LSD. Storia di una sostanza stupefacente, un testo molto chiaro e completo a firma di una studiosa autorevole come Agnese Codignola. A novembre è uscito per Quodlibet La scommessa psichedelica, a cura di Federico di Vita, dove scrittori, filosofi, giornalisti scientifici, uomini politici – da Edoardo Camurri a Vanni Santoni, da Mario Cappato a Codignola – analizzano la questione da diversi punti di vista. Fino al 13 dicembre si sono tenuti idealmente a Torino (causa Covid era tutto online) gli Stati Generali della Psichedelia, a cura di Alessandro Novazio, che con energia ha raggruppato per il secondo anno molti di coloro che trattano la materia. Ci sono stati psichiatri come Piero Cipriano, impegnato in una ricerca su psichedelia e sciamanesimo, o come Mauro D’Alonzo, fondatore di Eutopia, un progetto di riduzione del danno, supporto e integrazione degli psichedelici in ambito terapeutico, psicoterapeuti come Pier Luigi Lattuada e giovani studiose come Maria Laura De Rosa, in forza a Neutravel, che in Piemonte svolge un’egregia opera di informazione nei contesti del divertimento giovanile.

Il dibattito è molto aperto in ambito culturale, tra chi ritiene che il rinascimento psichedelico (visto il modo con cui queste sostanze interagiscono con la parte più violenta e autoreferenziale dell’ego) possa rendere più sano il nostro modello di sviluppo oltre che rappresentare per il XXI secolo una rivoluzione simile a quella che Freud e Jung portarono nel Novecento, e chi teme che possa essere messo biecamente al servizio dell’attuale sistema di produzione. Siamo lontani dagli eccessi della Summer of Love e dallo scatenato entusiasmo di Timothy Leary. L’epoca in cui viviamo necessita di razionalità e misura. A maggior ragione, appaiono completamente fuori luogo le cacce alle streghe che da Nixon all’altro ieri si sono abbattute su quella che potrebbe rivelarsi una benefica branca del sapere. Smetteremmo di credere che la terra è piatta se qualcuno ci dimostrasse il contrario?”

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