Pubblichiamo il comunicato emesso da Società Italiana Tossicodipendenze (Sitd), a firma del Presidente Augusto Consoli, sulle politiche di riduzione del danno e la recente polemica sulle azioni messe in campo a Bologna.
“Nel campo del consumo delle sostanze psicoattive legali (alcol e tabacco, abuso di psicofarmaci) e illegali, la limitazione dei rischi (LdR) e la riduzione del danno (RDD) hanno una collocazione importante all’interno della strategia generale di promozione della salute e di prevenzione per la popolazione.
Alla base di questa strategia è presente, come primo momento di analisi e di orientamento, la differenziazione dei target e dei gruppi di popolazione da raggiungere in base alla loro esposizione ai rischi (popolazione generale, popolazione adolescenziale e giovanile, mondo del loisir, gruppi di marcata marginalità, ecc.). Questa articolazione permette di differenziare in modo significativo gli obiettivi e le azioni di riduzione del danno da proporre e mettere in atto.
Altro criterio di analisi ed osservazione, al fine di applicare una corretta strategia preventiva, è quello del grado e del tipo di esposizione al consumo di sostanze. Quando non vi è ancora contatto con le sostanze gli interventi di prevenzione hanno un carattere universale, informativo e formativo, e di supporto alle competenze individuali e sociali.
Se vi è già stato o è presente consumo sostanze l’intervento ha l’obiettivo di sensibilizzare la persona rispetto ai rischi per la propria salute, e di cercare di ridurli, e di supportare delle scelte verso stili di vita salutari, attraverso la modifica della consapevolezza personale e dei comportamenti.
Se il rapporto con le sostanze è continuo e altamente problematico l’intervento si pone prioritariamente l’obiettivo di ridurre i danni fisici e prevenire l’insorgenza di malattie sia acute che croniche avviando parallelamente una relazione finalizzata a ridurre l’isolamento relazionale e sociale e a sostenere un’evoluzione costruttiva e positiva del comportamento rischioso, incrementando la responsabilità verso la propria salute e la motivazione a curarsi.
Le attività di riduzione del danno e di limitazione dei rischi sono delle forme specifiche dei programmi di prevenzione universale, selettiva ed indicata che nel loro insieme costituiscono un articolata gamma di offerta realizzata dai Servizi e dal Sistema di intervento sulle dipendenze.
Sia la riduzione del danno che la limitazione dei rischi sono svolte a livello internazionale e in Italia sulla base di pratiche ormai presenti da oltre quarant’anni e sono stati svolti numerosi studi che danno valore alle diverse progettualità e azioni che vengono disegnate, messe in atto e valutate in base agli scenari sociali, al tipo di manifestazione del fenomeno e alle criticità emergenti in un determinato contesto.
La progettazione degli interventi che si possono fornire non può essere approssimativa ma va basata su una metodologia che contemperi un atteggiamento scientifico e pragmatico e che tenga conto di un orientamento bioetico di costante tutela della salute e del benessere sia della singola persona che della popolazione generale.
Purtroppo, mentre le iniziative di prevenzione universale specie nelle scuole, grazie ad un lungo lavoro di formazione e disseminazione, sono ben rappresentate, sistematizzate e strutturate, per l’ambito della riduzione del danno e della limitazione dei rischi, malgrado le indicazioni normative e programmatorie presenti al livello nazionale, non vi è ancora una copertura estesa e capillare di interventi rivolti alla popolazione.
È quindi auspicabile uno sviluppo di azioni orientate alla tutela della salute delle persone con consumi problematici attraverso interventi stabili, articolati e monitorati rispetto ai diversi parametri di risultato e di efficacia.
E’ importante sottolineare quindi, nell’esperienza di Bologna, lo sforzo di operatori e ricercatori che si impegnano sia a realizzare l’attività di prossimità e di supporto rivolta ai consumatori sia a valutarne gli effetti concreti attraverso lo studio e la ricerca sul campo.
Di particolare interesse è lo studio del dottor Pavarin, Coordinatore del comitato tecnico-scientifico della SITD, (Pavarin et al., 2025. Crack Pipes Distribution in People Who Use Drugs Attending a Harm Reduction Service in Bologna, Northern Italy. Results of a Cohort Study: Evaluation of a Project of Crack Pipes Distribution in People Who Use Crack-Cocaine in Northern Italy. Substance Use & Misuse, 1-7) che evidenzia l’utilità delle azioni di riduzione del danno rivolte ad un gruppo di persone nel territorio bolognese con utilizzo intensivo di crack sia rispetto alla relazione d’aiuto e il legame che si è instaurato tra i consumatori e gli operatori dedicati sia per il rapido miglioramento di alcuni parametri di carattere comportamentale, di beneficio per la salute e di motivazione verso una maggiore attenzione e responsabilità rispetto alla salute propria e delle altre persone.
Un approfondimento di queste riflessioni sarà svolto a breve nel corso del Convegno Nazionale della Società Italiana Tossicodipendenze che si svolgerà a Roma il 23 e 24 ottobre 2025. In questo contesto, nella prima parte dell’evento, saranno illustrate e dibattute le osservazioni, le ricerche e le analisi svolte sulle molteplici attività di riduzione del danno e su come queste si inseriscano e siano parte costituente della complessa strategia di intervento che comprende interventi medici, psicoterapeutici, di supporto socio-educativo, inserimenti in comunità terapeutica e percorsi di reinserimento sociale per le persone che ne hanno necessità.”