Gioco d’azzardo e analisi sociologica

l'impatto del gioco d'azzardo sulla vita materiale

Per la sociologia il gioco d'azzardo risulta importante, in quanto non solo è un’attività ricorrente nelle abitudini di una parte significativa della popolazione, ma è cruciale anche dal punto di vista politico-economico, considerando l’enorme quantità di risorse monetarie che movimenta: nel 2022, il gioco legale ha generato una raccolta di 136 miliardi di euro, pari a circa l’8% del PIL nazionale

data di pubblicazione:

25 Giugno 2025

Il gioco d’azzardo e la sua rilevanza per la vita materiale. Un approccio sociologico al gioco d’azzardo che sta alla base di un articolo sul sito spstrend – Laboratorio di ricerca sul cambiamento sociale e politico Hans Schadee dell’Università degli studi di Milano.

Per la sociologia il gioco d’azzardo risulta importante, in quanto non solo è un’attività ricorrente nelle abitudini di una parte significativa della popolazione, “(…)  ma è cruciale anche dal punto di vista politico-economico, considerando l’enorme quantità di risorse monetarie che movimenta: nel 2022, il gioco legale ha generato una raccolta di 136 miliardi di euro, pari a circa l’8% del PIL nazionale.”

L’articolo analizza i risultati “(…) dell’indagine ISSP (International Social Survey Programme) del 2021, che ha come tema principale la salute e i servizi sanitari. In essa è stata inserita una domanda nel questionario che registra la partecipazione e l’intensità al gioco d’azzardo (questa domanda è presente solo nella versione italiana della survey).

L’indagine conta su un disegno di campionamento probabilistico della popolazione italiana nel rispetto di rigorosi standard internazionali che permette quindi una stima attendibile del fenomeno”.

Dai dati raccolti, risulta che il 20,7 della popolazione maggiorenne (con una stima che al 95% varia tra 18,4 e 23,1) abbia effettuato una giocata in denaro nell’ultimo mese: il 9,5 ha effettuato giocate fino a 5 euro, e l’11,2% giocate di almeno 5 euro. Mentre è del 6,3% la percentuale di coloro che hanno giocato almeno 10 euro.

Dati che, nella letteratura sociologica, si possono associare ad alcuni fattori quali: età, area di residenza e genere, e condizioni socioeconomiche, in particolare titolo di studio e condizione occupazionale.

I risultati dell’indagine sono in linea con la letteratura internazionale sul tema.

Esiste quindi una “(…) maggiore propensione tra i giovani rispetto ai più anziani, tra gli uomini rispetto alle donne, e in alcune aree geografiche piuttosto che in altre, richiamando fattori contestuali sia di carattere strutturale (disponibilità economica, presenza di sale gioco, eccetera) che bio-culturale (propensione al rischio dei giovani e dei maschi, tradizione culturale al gioco, accettabilità sociale del gioco nell’intorno relazionale, eccetera)”.

Rispetto al grado di istruzione c’è una maggiore propensione e intensità tra coloro che hanno un basso livello di istruzione: tra scuola primaria o meno e scuola dell’obbligo le percentuali di giocatori sono del 28,3%.

Rispetto alla disponibilità economica “(…) il gioco appare più ricorrente nella fascia dove vi è una maggiore disponibilità finanziaria (fascia 1201-2500 euro al mese) rispetto a quella con persone con redditi più bassi. Tuttavia, questo non vale per le persone con redditi più alti, per le quali esiste una sovrapposizione con alti titoli di studio, che tendono a proteggere dall’abitudine al gioco”.

Per quanto riguarda la condizione lavorativa invece “(…) il dato maggiormente interessante è costituito dall’alta intensità di gioco tra i disoccupati, 28,6% (pur considerando la bassa numerosità dei casi), che potrebbe ricondursi all’ipotesi del gioco d’azzardo come “valvola di sfogo”, o addirittura come (improbabile) strumento di mobilità sociale. Possibile segnale di allarme, coerente con l’elevata propensione tra i giovani, è anche la percentuale di giocatori tra gli studenti (il 18,5%).

“In sintesi, dalle analisi esplorative realizzate sui dati ISSP del 2021, rappresentativi della popolazione italiana con almeno 18 anni, in linea con la letteratura esistente, il gioco d’azzardo si dimostra influenzato da fattori plurimi, caratteristiche individuali (età e genere), contestuali (area geografica), socioeconomici (bassa istruzione e disoccupazione, disponibilità economica), e particolari condizioni di vita (stress e comportamenti insalubri)”.

 

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