Lo smartphone nella vita quotidiana. Quanto tempo lo utilizziamo tra social e gioco? Una sezione del sito giocoresponsabilmente.info si è occupata di analizzare quanto tempo delle nostre giornate passiamo ad utilizzarlo per questi scopi.
Uno delle prime evidenze, fornite dai dati raccolti, è che l’utilizzo dello smartphone per il lavoro e la comunicazione è molto minore di quello dedicato ai social e ai giochi. Gli ambiti per cui era stato pensato originariamente questo dispositivo ha ceduto di fatto il passo.
Per quanto riguarda l’uso, in generale, del telefono durante la giornata, i dati raccolti sono molto esemplificativi di una situazione che si è evoluta molto rapidamente:
Oltre 100: Volte che un adolescente prende in mano il telefono nell’arco della giornata.
176: Minuti che gli italiani trascorrono guardando il cellulare ogni giorno.
62: Percentuale dei bambini tra i 3 e i 5 anni che usano il cellulare in maniera indipendente.
6: Le ore giornaliere che un adolescente trascorre con lo smartphone
250: Miliardi spesi nel 2024 giocando d’azzardo con il telefonino.
Ormai lo smartphone è diventato parte integrante della nostra vita, ed in particolare delle persone più giovani che sono cresciute con esso.
“Gli studi mostrano che trascorriamo in media quasi 8 ore al giorno davanti agli schermi, mentre almeno 4 ore sono dedicate al cellulare. Di queste, oltre 2 ore sono trascorse giocando”.
Gli italiani a livello europeo hanno una media di 5 ore e 55 minuti di uso combinato tra smartphone e computer
I social network emergono costantemente come l’attività predominante tanto che il governo Australiano ha deciso di vietare l’uso ai minori di 16 anni. Le piattaforme come Facebook, Instagram e TikTok infatti, catturano l’attenzione degli utenti per ore, offrendo contenuti infiniti che spaziano dagli aggiornamenti degli amici ai video virali.
I giochi, invece, si classificano al secondo posto. La loro crescente complessità e immersività rendono gli smartphone un dispositivo sempre più scelto per il divertimento. Un divertimento che coinvolge maggiormente i giovani e giovanissimi.
I dati parlano di una situazione in cui “(…) nella fascia 0-2 anni, circa il 26% dei genitori permette ai propri figli di utilizzare tali dispositivi senza supervisione. Questo dato cresce drasticamente nella fascia 3-5 anni, raggiungendo il 62%. Quando i bambini entrano nella fascia 6-10 anni, l’uso autonomo arriva all’82%. Infine, nella fascia 11-17 anni, oltre il 95% degli adolescenti utilizza regolarmente uno smartphone, con molti di loro che lo mantengono acceso 24 ore su 24, sottolineando l’importanza di questi dispositivi nella loro vita quotidiana”.
Abitudini queste, che se non monitorate, specialmente in fase di età così precoci, possono portare a situazioni critiche, che possono compromettere altri ambiti della vita.
I giochi, che come tempo giornaliero dedicato vengono subito dopo i social (45 minuti per i giochi e 3,9 ore per i social) sono in costante aumento. Non solo come offerta ( es. Action RPG e Gacha, giochi di strategia, giochi di Corsa e Sportivi, Puzzle e Casual Games, giochi di realtà aumentata) ma anche numero di download e spesa.
Nel 2023 ci sono stati 88 miliardi di download, mentre la spesa per gaming ha raggiunto i 107,3 miliardi di dollari a livello globale.
Un giocare sul telefono che sempre più spesso viene accostato al gioco d’azzardo. Un accostamento dovuto al fatto che entrambi “(…) condividono meccaniche che possono condurre a comportamenti compulsivi, specialmente quando parliamo di Gacha Games e Puzzle. Nei gacha games, i giocatori spendono per ottenere oggetti casuali, mentre nel gioco d’azzardo, la casualità è centrale nel determinare vincite o perdite. Questi meccanismi di ricompensa variabile possono stimolare il rilascio di dopamina, inducendo un ciclo di tentazione e gratificazione simile a quello riscontrato nei giochi d’azzardo tradizionali”.
L’industria dell’intrattenimento è ben consapevole di questi meccanismi e le innovazioni tecnologiche promettono esperienze sempre più coinvolgenti.ù
Per questo motivo serve maggior consapevolezza nel loro utilizzo, un utilizzo che non dovrebbe sfociare in forma di dipendenze tecnologiche.