Incentivi economici per smettere di fumare? Per quanto possa sembrare un’idea provocatoria, in realtà si tratta di un approccio per favorire l’astinenza da tabacco già utilizzato in alcuni studi e programmi. I risultati disponibili, molto limitati per misurarne davvero l’efficacia, appaiono tuttavia incoraggianti e da approfondire, come riporta un articolo pubblicato sul sito di Mediterranean Observatory on Harm Reduction.
“Il denaro può comprare la salute? Questa provocatoria domanda sta assumendo un nuovo significato mentre sempre più governi e organizzazioni sanitarie sperimentano una strategia tanto semplice quanto controversa: pagare le persone per abbandonare le loro dipendenze. In un’epoca in cui il costo sociale e sanitario di tabacco e droghe continua a crescere inesorabilmente, l’idea di utilizzare incentivi economici per promuovere comportamenti più sani sta emergendo come un approccio innovativo, seppur dibattuto.
“Dammi 300 euro e smetterò di fumare” potrebbe sembrare una proposta assurda, eppure i dati preliminari di diversi studi pilota suggeriscono che questo approccio apparentemente paradossale potrebbe funzionare meglio di molte terapie tradizionali. Da Singapore a Stoccolma, da New York a Milano, programmi sperimentali stanno mettendo alla prova una teoria tanto semplice quanto rivoluzionaria: se le dipendenze hanno un costo economico per la società, perché non investire direttamente sui cittadini per aiutarli a liberarsene?
È in questo contesto che emerge la “gestione delle contingenze”, un approccio basato su incentivi in denaro che sta dimostrando risultati sorprendenti. Tre decenni di ricerca confermano l’efficacia di questo metodo, specialmente quando combinato con terapie farmacologiche per gestire astinenza e dipendenza.
Questa idea è stata testata in alcuni studi. Volpp et al. (1) hanno scoperto che una ricompensa in denaro di 750 dollari USA (USD) ha aumentato l’astinenza di 3 volte, dal 5% al 15%. Una meta-analisi di 9 prove di incentivi finanziari ha mostrato un aumento dell’astinenza durante il periodo di pagamento, ma gli effetti sono stati persi una volta terminate le ricompense (2).
Per quanto riguarda l’astinenza, l’intervento degli incentivi era associato a una probabilità significativamente maggiore di un grave tentativo di smettere (82% contro 63%) e a una maggiore prevalenza puntuale di 7 giorni, sebbene la ricaduta fosse paragonabile per condizione. L’astinenza è diminuita quando gli incentivi erano ancora forniti e è diminuita ulteriormente quando gli incentivi sono cessati.
Uno studio recente condotto su persone senzatetto ha mostrato risultati promettenti: offrendo incentivi crescenti, da 13 dollari fino a 475 dollari nell’arco di sei mesi, i partecipanti hanno mostrato tassi di cessazione significativamente più alti rispetto al gruppo di controllo. Sorprendentemente, il denaro ricevuto veniva utilizzato per necessità basilari: cibo, articoli per l’igiene, forniture per animali domestici.
Un gruppo ha ricevuto incentivi finanziari crescenti, a partire da 13 dollari con un aumento incrementale di 0,50 dollari ogni volta che hanno dimostrato di smettere, fino a 475 dollari in 6 mesi. L’altro gruppo ha ricevuto un incentivo fisso di 5 dollari per partecipare a ogni visita di valutazione. Entrambi i gruppi hanno ricevuto un trattamento del tabacco basato sull’evidenza che includeva farmaci e consulenza attraverso i loro fornitori di cure primarie.
Nonostante l’efficacia dimostrata, questo approccio resta sottoutilizzato. Le ragioni sono molteplici:
– Barriere legali negli Usa: le leggi federali anti-tangenti limitano gli incentivi a 75 dollari annui, mentre gli studi dimostrano che sono necessari importi tra 400 e 600 dollari per ottenere risultati significativi.
– Sfide logistiche: i programmi richiedono personale formato e protocolli rigorosi.
– Resistenze etiche: persiste il timore che il denaro possa essere utilizzato per acquistare altre sostanze.
Tuttavia, il vento sta cambiando. La Veterans Health Administration ha implementato con successo un programma nazionale basato su questo approccio, mostrando miglioramenti significativi in oltre 3.000 pazienti. Stati come la California stanno aprendo la strada, ottenendo deroghe speciali per utilizzare fondi Medicaid in programmi pilota di incentivi economici.
L’evidenza è chiara: gli incentivi economici, quando correttamente strutturati e accompagnati da supporto medico adeguato, possono salvare vite. La sfida ora è superare le barriere normative e i pregiudizi culturali che ne limitano l’adozione su larga scala.”