Politiche per prevenire il consumo di oppiacei ma non solo

non va sottovalutata la pericolosità dei consumi legati alle benzodiazepine, alcol e psicofarmaci

data di pubblicazione:

13 Settembre 2024

Sul sito della rivista Lavialibera, Leopoldo Grosso si sofferma a riflettere sull’allarme fentanyl emanato dal Governo e sugli strumenti per contrastarlo. Strumenti che secondo lui andrebbero potenziati. In particolare si riferisce alla strategia di Riduzione del Danno (RdD) e sul meccanismo di allerta precoce.

Per quanto riguarda la RdD, cioè l’insieme di pratiche che permettono di diminuire gli effetti negativi collaterali al consumo, rendendolo meno pericoloso, si tratta di un efficace metodo di lavoro per stare vicino ai consumatori, cercando di proteggerli dall’overdose e dai rischi più incombenti, sviluppando allo stesso tempo un rapporto di fiducia. In questo modo i consumatori si sentono non giudicati e degni di considerazione, come nel caso di Perugia.

Tra l’altro la RdD é “(…) una politica che l’Unione chiede ormai da tempo agli Stati nazionali e che oggi persino l’Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), agenzia dell’Onu che coordina la repressione del traffico, ha invocato come necessaria durante l’ultima commissione sulle droghe del marzo 2024.”

Rispetto al secondo strumento di contrasto citato da Grosso, l’allerta precoce, rimane per lui “(…) ancora scoperto, e molto “artigianale”, un meccanismo che regola l’allarme di ritorno alla popolazione dei consumatori, lasciato alla libera iniziativa di ciascun Ser.d. A livello europeo esistono invece due app telefoniche tramite cui l’informazione perviene ai consumatori con tempestività e capillarità.”

Per contrastare la diffusione del fentanyl rimangono due principali modalità operative: le Unità di strada e i Servizi a bassa soglia, che analizzano le sostanze adulterate e la Polizia postale, che può intercettare le spedizioni tramite web.

Per quanto riguarda gli oppiacei Grosso ricorda che i decessi collegati a queste sostanze sono in diminuzione dal 1990. Questo grazie all’introduzione di farmaci come il “(…) Metadone e naloxone (il farmaco salvavita), ma anche la terapia a mantenimento col farmaco sostitutivo al posto di quella a scalare, le Unità di strada e gli interventi di Riduzione del Danno e, soprattutto, il mutamento culturale tra i nuovi consumatori di eroina, che stigmatizzando l’assunzione per via endovenosa, hanno più che dimezzato il fenomeno.”

Un fenomeno invece che non diminuisce e che viene ancora sottovalutato è quello legato al consumo di benzodiazepine, alcol e altri psicofarmaci. Un consumo tutelato dalla legalità, ma sempre più  rivolto alla ricerca di uno stato di alterazione.

“L’uso improprio degli psicofarmaci impatta con un diffuso malessere giovanile, segnalato da tutti in aumento dopo la pandemia: rintuzza ansie e paranoie, attenua gli effetti indesiderati delle altre sostanze assunte, corregge la percezione di sé e degli altri. E poi, in quanto sostanze ausiliarie o “droga dei poveri“, il prezzo delle benzo rimane alla portata di tutte le tasche.”

L’articolo si conclude sostenendo che se si vogliono contrastare gli effetti delle sostanze psicoattive “(…) gli interventi da attuare risultano chiari e sostenuti da buone evidenze scientifiche, ma non vengono concretizzati a sufficienza.La frammentazione dei servizi di riduzione del danno è molto alta, con una forte sperequazione a sfavore soprattutto nel Sud Italia. Le poche risorse messe a disposizione rischiano di essere sperperate in un approccio generalista alla prevenzione con obiettivi velleitari, dai risultati difficili da valutare, e con effetti talvolta controproducenti.”

Secondo Grosso per contrastare il fenomeno delle dipendenze basterebbe attuare il Piano di azione nazionale sulle droghe, piano redatto qualche anno fa dagli operatori pubblici e privati delle dipendenze in forma volontaria.

LAVIALIBERA N°27 ANNO 2024

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