La sperimentazione di un vaccino contro l’HIV sta dando buoni risultati

la sperimentazione si concentra sulla produzione di anticorpi particolari

Il vaccino in sperimentazione si sta concentrando sugli anticorpi neutralizzanti, che vengono prodotti naturalmente anche da alcune persone che contraggono l'Hiv, ma in modo lento e in misura troppo ridotta per essere efficaci contro il virus. "Questi anticorpi speciali sono realizzati da linfociti B insoliti, carichi di mutazioni acquisite nel tempo in risposta ai cambiamenti del virus all'interno dell'organismo."

data di pubblicazione:

4 Giugno 2024

La ricerca sul vaccino per contrastare il virus HIV non si ferma. E’ di questi giorni la notizia, apparsa sul sito di Wired Italia, che un vaccino sperimentale, sviluppato alla Duke University, è stato in grado di innescare un particolare tipo di anticorpi, anticorpi neutralizzanti, in un piccolo gruppo di persone che hanno partecipato in uno studio clinico del 2019.

La creazione di anticorpi rappresenta un  importante passo avanti nella ricerca, anche se il loro livello attuale è troppo basso per combattere il virus dell’HIV. Un virus molto difficile da contrastare (a differenza di quello del Covid-19) a causa della sua natura mutevole, in grado di superare rapidamente le difese immunitarie. Inoltre, l’HIV si integra nel genoma umano nel giro di pochi giorni dall’esposizione, nascondendosi al sistema immunitario.

Proprio per queste ragioni è difficile trovare un vaccino efficace contro il virus. “I vaccini addestrano il sistema immunitario a riconoscere un virus o un altro agente patogeno introducendo un elemento simile, come per esempio una parte del virus o una versione indebolita, stimolando così i linfociti B dell’organismo a produrre anticorpi. Quando una persona incontra poi il virus vero e proprio, gli anticorpi ancora il circolo fanno sì che il sistema immunitario lo riconosca e sia pronto ad attaccarlo.”

Il vaccino in sperimentazione si sta concentrando sugli anticorpi neutralizzanti, che vengono prodotti naturalmente anche da alcune persone che contraggono l’Hiv, ma in modo lento e in misura troppo ridotta per essere efficaci contro il virus. “Questi anticorpi speciali sono realizzati da linfociti B insoliti, carichi di mutazioni acquisite nel tempo in risposta ai cambiamenti del virus all’interno dell’organismo.”

Per questo il lavoro dei ricercatori è quello di accelerare il processo di produzione degli anticorpi “(…) in soggetti sani e negativi all’Hiv. Il nuovo vaccino utilizza molecole sintetiche che imitano una parte della membrana esterna dell’Hiv chiamata Mper (acronimo di membrane-proximal external region). Quest’area rimane stabile anche quando il virus muta e gli anticorpi che contrastano questa regione possono bloccare molti dei ceppi di Hiv in circolazione.”

Ad oggi lo studio ha usato, sul gruppo dei partecipanti, da due a tre dosi di vaccino che sono risultate “(..) sufficienti a indurre bassi livelli di anticorpi neutralizzanti in poche settimane. I linfociti B in particolare sono apparentemente rimasti in uno stato di sviluppo che consentiva loro di continuare ad acquisire mutazioni, in modo da potersi evolvere insieme al virus. Il team ha testato gli anticorpi in laboratorio su campioni di Hiv, registrando che erano in grado di neutralizzarne tra il 15 e il 35%.

Gli ostacoli per il futuro? Sicuramente limitare ad una sola dose l’utilizzo del vaccino, rendendolo in grado di generare livelli di anticorpi significativamente più alti ed efficaci.

Inoltre “puntare su più regioni del rivestimento del virus potrebbe produrre una risposta più robusta. Haynes racconta che il prossimo passo sarà la progettazione di un vaccino con almeno tre componenti, rivolte a regioni differenti dell’Hiv.”

 

 

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