Disturbi alimentari: non è solo un problema al femminile

l'aumento degli studi sta aumentando la comprensibilità del fenomeno tra i maschi

Limitare gli studi e gli interventi solo al genere femminile non solo limita la comprensione del fenomeno tra i ragazzi e i maschi adulti, ma aumenta lo stereotipo che queste problematiche riguardino solo le donne.

data di pubblicazione:

8 Aprile 2024

Sul sito di ipsico.it un articolo affronta il problema dei disturbi alimentari e di come siano trattati solo come un problema prettamente femminile. Limitare gli studi e gli interventi solo al genere femminile non solo limita la comprensione del fenomeno tra i ragazzi e i maschi adulti, ma aumenta lo stereotipo che queste problematiche riguardino solo le donne.
Anche se i dati epidemiologici a disposizione indicano una minore prevalenza negli uomini di questi disturbi, negli ultimi anni si è assistito ad un maggiore interesse verso l’immagine del corpo maschile, producendo più studi. Studi finalizzati a comprenderne le componenti principali, le sue correlazioni socioculturali, psicologiche e comportamentali.

Alcune di queste ricerche si sono concentrate sull’individuazione di possibili gruppi demografici maschili più a rischio di sviluppare disturbi alimentari. I risultati hanno evidenziato che minoranze sessuali e di genere sarebbero più a rischio della componente eterosessuale. Questo probabilmente a causa di una “(…) esposizione cronica a fattori di stress come pregiudizio, discriminazione e omofobia interiorizzata.

Anche gli atleti sarebbero più a rischio di sviluppare disturbi dell’alimentazione. “Per alcuni sport, infatti, rientrare in una specifica classe di peso, può comportare dei vantaggi e spingere quindi gli atleti a comportamenti alimentari disfunzionali per passare rapidamente a un peso più basso.”

Altre ricerche si sono concentrate sulla ricerca di fattori di vulnerabilità, “(…) rilevando un’associazione tra disturbi alimentari nei maschi e disturbi dell’umore, disturbo di panico e disturbo d’ansia sociale.”

Anche le influenze sociali, secondo alcuni modelli socio culturali quali il “quadripartito” di Tylka del 2011, possono spingere verso l’adozione di comportamenti alimentari problematici, Comportamenti che hanno interiorizzato “(…) un ideale del corpo maschile mesomorfo (caratterizzato da una muscolatura visibile associata a bassi livelli di grasso corporeo).

Secondo questo modello le influenze sociali più importanti sarebbero 4: i social media e il loro utilizzo, che esporrebbe i ragazzi e gli uomini a forti pressioni esterne per conformarsi ad un corpo magro e muscoloso; i genitori che esporrebbero “(…) regolarmente ragazzi e uomini a immagini mediatiche di corpi maschili mesomorfi rafforzano l’interiorizzazione di questo ideale; il gruppo dei pari che esercita pressione verso questo modello e infine il partner, che è “(…) l’unica ad avere un’associazione diretta con i disturbi del comportamento alimentare. Tale associazione non sembra essere mediata da altre variabili come invece succede per le altre influenze sociali prese in esame dal modello.”

Come per altri disturbi cosa ostacola una presa in carico precoce delle persone con queste problematiche? “Stigma, vergogna interiorizzata, paura del giudizio e del rifiuto, preconcetti sui disturbi alimentari come un “problema da donne” e ritardi nel riconoscimento dei sintomi”, rappresentano sicuramente ostacoli da superare anche per il genere maschile.

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