ECUADOR FRA GUERRA CIVILE E POTERE DEI NARCOS

A causare l'escalation di violenza nel Paese latinoamericano, la penetrazione dei cartelli messicani della droga, in particolare Sinaloa e Jalisco nueva generacion

Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza del presidente Noboa e la rivolta delle bande di narcos, specie nelle principali carceri del paese, la tensione è aumentata con scontri armati in diverse zone

data di pubblicazione:

15 Gennaio 2024

Nei giorni scorsi, è esplosa una situazione di crisi interna talmente grave in Ecuador da autorizzarne la definizione di guerra civile che coinvolge organizzazioni di narcotrafficanti e Stato. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza del presidente Noboa e la rivolta delle bande di narcos, specie nelle principali carceri del paese, la tensione è aumentata con scontri armati in diverse zone.

Motivo scatenante della rivolta è la politica di sicurezza del neo-presidente Noboa, che ha promesso un pugno di ferro contro i narcos. Il potere delle organizzazioni di narcotraffico è infatti cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, dopo decenni di relativa pace. Da anni l’Ecuador è diventato uno dei principali paesi di transito e di circolazione di cocaina a livello globale.

Scrive la giornalista Lucia Capiozzi su Avvenire: “L’Ecuador è nel caos totale. Dopo l’irruzione di un gruppo armato in uno studio televisivo nella città portuale di Guayaquil e la presa di ostaggi, che si è fortunatamente conclusa in breve tempo con la loro liberazione e l’arresto degli assalitori da parte delle forze di polizia, altri episodi di violenza si sono verificati nel Paese e hanno provocato la morte di almeno 10 persone, tra cui due agenti, e il ferimento di altre tre. Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato che il Paese sudamericano è in un “conflitto armato interno” e ha ordinato la “neutralizzazione” dei gruppi criminali coinvolti nel narcotraffico con un decreto pubblicato oggi.

La polizia intervenuta nello studio televisivo ha bollato l’azione come “terroristica”. Diversi attacchi armati sono stati registrati in più zone di Guayaquil, ha reso noto il sindaco Aquiles Alvarez. Ci sono stati saccheggi, rapine e sparatorie in aree commerciali. Ma è stata una giornata di terrore che ha devastato numerose altre città, compresa la capitale Quito.

Nel nord della capitale diversi individui hanno sparato contro i veicoli che passavano nelle loro vicinanze, provocando la morte di cinque persone e ferendo uno studente di una scuola della zona. Nelle vicinanze, un gruppo armato ha fatto irruzione in un magazzino di pezzi di ricambio e ha ucciso tre persone.

Il caos avviene il giorno dopo che il presidente, Daniel Noboa, ha dichiarato due mesi di stato di emergenza dopo la fuga dei boss dei due principali gruppi criminali, Adolfo Macias alias “Fito”, capo di Los Choneros e Fabricio Colon Pico, al comando di Los Lobos. Immediatamente era arrivata la brutale risposta dei narcos. Ci sono stati attacchi in ben sette province, sette poliziotti sono stati sequestrati. Infine il plateale assalto alla tv.

Un’esibizione di forza da parte della criminalità rivolta a Noboa, leader conservatore eletto lo scorso ottobre con la promessa di combattere la delinquenza dilagante con il pugno di ferro. A causare l’escalation di violenza nel Paese latinoamericano, la penetrazione dei cartelli messicani della droga, in particolare Sinaloa e Jalisco nueva generacion. In gioco c’è il controllo del porto ecuadoriano di Guayaquil, diventato – con le sue 300mila navi in partenza al mese -, il principale trampolino vero l’Europa e gli Usa della cocaina prodotta in Colombia, Bolivia e Perù.

La rotta terrestre è troppo battuta, così i narcos si sono orientati verso il Pacifico. Per l’Ecuador, inoltre, passa l’altra direttrice della droga: quella che attraversa la regione amazzonica di Sucumbios. Per i messicani, il controllo di queste due porte verso i luoghi di consumo è vitale per il business. Da qui la progressiva infiltrazione attraverso la cooptazione di pezzi di istituzioni e il controllo del territorio, in particolare i quartieri popolari.”

Ti potrebbe interessare anche
Precedente
Successivo