Da quanto emerge su un articolo del sito VITA.IT, con il lockdown il gioco d’azzardo ha decisamente virato verso le giocate online, facendo crollare la raccolta fisica sotto il 40% delle giocate totali. L’equilibrio si è quindi spostato, forse definitivamente, verso il gioco online, che durante il Covid aveva consentito a milioni di persone di non rinunciare alle loro abitudini d’azzardo come evidenziato dalla presentazione del libro “La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma”, edito da Altreconomia, che si è tenuta alla Camera dei Deputati. Secondo la relazione del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), le stime di gioco per il 2022 faranno toccare un nuovo record, si pensa ad oltre 136 miliardi di euro in giocate, che sarebbero molto oltre i 111,7 mld di euro giocati nel 2021.
“Secondo l’ADM l’aumento è dovuto all’azione di repressione del gioco illegale, ma le inchieste giudiziarie dimostrano invece come l’attuale organizzazione del comparto azzardo favorisca le mafie e come esse continuino a gestire parti del settore legale e illegale. L’offerta del gioco d’azzardo in questi ultimi anni si è ampliata troppo e troppo velocemente per un paese come l’Italia, creando maggiori difficoltà nei controlli e consentendo una maggiore infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali.
Ma non c’è solo questo aspetto, come sottolinea la Vicepresidente della Camera Anna Ascani: ” Il gioco d’azzardo è un fenomeno in crescita che evidenzia due aspetti preoccupanti: il primo è il noto coinvolgimento delle criminalità, aspetto trattato anche dalla Commissione antimafia; il secondo è l’aumento di persone affette da ludopatia che spesso sono le più fragili ed esposte a vere patologie da dipendenza”.
Per questo se da una parte serve un lavoro maggiore di sensibilizzazione sul tema del valore del denaro e del suo corretto utilizzo, specialmente nelle scuole, dall’altro va contenuta l’espansione del settore, che però non significa proibire, come sottolineano gli autori del libro: “sebbene il gettito arrivi copioso, sono incassi fittizi se andiamo ad analizzare gli enormi danni – economici, sociali, culturali – che l’azzardo sparge sui territori. La prima vittima dell’enorme offerta d’azzardo è proprio il comparto legale, troppo esteso e aggredibile da interessi criminali, come dimostrano decine di indagini. Ridimensionare non significa proibire, significa allinearci ad altri Paesi europei. Vuol dire tutelare i cittadini dalla dipendenza e gli operatori del settore azzardo dall’aggressione mafiosa”.
La proposta che viene fatta è quindi limitare i punti scommesse, soprattutto in territori e quartieri ad alto disagio sociale, dove è maggiore il rischio di infiltrazioni mafiose, anche se sempre di più il controllo si dovrà spostare nell’ambiente virtuale dove ormai sempre più giocatori, soprattutto giovani, si stanno spostando.