RELAZIONE AL PARLAMENTO SULLE STRATEGIE PER FRONTEGGIARE L’INFEZIONE DA HIV

L'incidenza dei nuovi casi rimane al di sotto dei paesi dell'Unione Europea

Si tratta di un documento che oltre a esporre le attività di informazione, prevenzione, diagnosi e terapie svolte dal Ministero fornisce un quadro statistico aggiornato al 2020 dell'infezione tra la popolazione residente in Italia. 

data di pubblicazione:

4 Aprile 2023

A gennaio è stata presentata dal Ministero della Salute la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l’infezione da HIV nell’anno 2021, un documento che oltre a esporre le attività di informazione, prevenzione, diagnosi e terapie svolte dal Ministero fornisce un quadro statistico aggiornato al 2020 dell’infezione tra la popolazione residente in Italia.

La relazione, trasmessa al parlamento il 30 Dicembre scorso, riprende molti dati presenti nel rapporto ISS COA, dove sono state segnalate 1.303 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 2,2 nuovi casi di infezione da HIV ogni 100.000 residenti, un dato al di sotto della media dei Paesi dell’Unione europea che si attesta su 3,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti.
Nella presentazione della Relazione il Ministro della salute ha sottolineato che “(…) dai dati dell’ISS-COA, si evince che, nel 2020, si è osservato un calo delle nuove diagnosi HIV (circa il 56% rispetto ai tre anni precedenti). Le limitazioni dovute al SARS-CoV-2 e la paura delle persone di accedere ai servizi sanitari nel primo periodo dell’emergenza pandemica hanno, probabilmente, comportato un ritardo nella diagnosi dell’infezione da HIV.”
Alcuni dati emersi dalla Relazione evidenziano che tra i nuovi casi di HIV i maschi sono la maggioranza (79,9%), mentre per quanto riguarda l’età media risulta uguale per i due genere (40 anni).
Le fasce di età più colpite sono quelle comprese tra i 25-29 anni (5,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e 30-39 anni (5,2 nuovi casi ogni 100.000 residenti) con una incidenza tra i maschi di almeno 4 volte superiore alle donne.
Nel 2020, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo, che costituivano l’88,1% di tutte le segnalazioni. Diversamente dagli anni precedenti, in cui erano preponderanti le diagnosi associate a trasmissione eterosessuale, nel 2020, la quota di nuove diagnosi HIV attribuibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) (45,7%) è maggiore a quella ascrivibile a rapporti eterosessuali (42,4%).”
Anche se dal 2017 il numero di nuove infezioni è in calo, si registra un aumento all’interno della popolazione di nazionalità straniera, che passa dal 27,5% nel 2019 al 32,6% nel 2020. Altro dato negativo è rappresentato dall‘aumento della quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (persone in fase clinicamente avanzata, con bassi CD4 o in AIDS), che dal 2015 non ha mai rallentato.
“Nel 2020, il 41,0% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato tardivamente con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 60,0% con un numero inferiore a 350 cell/μL.”
L’esecuzione di un test fatto precocemente risulta essere uno strumento di prevenzione e cura maggiormente efficace, e per promuovere questo comportamento il Ministero della salute ha lanciato una nuova campagna di informazione dal titolo “Prima lo fate meglio è”, promossa sui principale social utilizzati dai giovani. 

 

Ti potrebbe interessare anche
Precedente
Successivo