LA VIOLENZA ARMATA DEI NARCOS IN MESSICO

un giorno di scontri armati e almeno 29 morti

All'arresto del principale erede del cartello di Sinaloa, giovedì 5 gennaio, sono scattate le proteste e gli agguati armati degli uomini legati al cartello, diretti principalmente contro esercito e forse di polizia, ma che hanno di fatto coinvolto tutta la popolazione.

data di pubblicazione:

14 Gennaio 2023

La guerriglia scatenata dai narcos nello stato messicano di Sinaloa per ritorsione contro l’arresto di Ovidio “El Raton” Guzman, figlio di “El Chapo”, l’ex potentissimo leader del cartello della droga, estradiato negli Stati Uniti tre anni fa, è stata domata a fatica dall’esercito, dopo più di un giorno di scontri armati e almeno 29 morti. All’arresto del principale erede del cartello di Sinaloa, giovedì 5 gennaio, sono scattate le proteste e gli agguati armati degli uomini legati al cartello, diretti principalmente contro esercito e forse di polizia, ma che hanno di fatto coinvolto tutta la popolazione. La potenza militare dei narcos ha trovato così un’ennesima conferma della propria forza e capacità di mobilitazione, anche se a differenza di altri episodi passati, in questa occasione non è bastata per impedire l’arresto di uno dei suoi principali leader. “Culiacán e molteplici città dello stato di Sinaloa sono state messe a ferro a fuoco nelle ultime ventiquattr’ore, costringendo il governo a imporre alle persone di rimanere chiuse in casa e non andare a lavoro. Centinaia di sicari si sono riversati in strada a bordo di pick-up modificati con mitragliatrici montate sulla parte posteriore, le autostrade sono diventate il teatro di una battaglia corpo a corpo. Una vendetta criminale per la cattura del figlio del boss. L’aeroporto di Culiacán è stato uno dei primi palcoscenici della guerriglia nel tentativo di bloccare il trasferimento di El Raton e il fuoco contro la polizia ha finito per colpire un aereo dell’Aeromexico in fase di rullaggio. Un incidente che ha portato alla chiusura di tre scali dello stato e alla cancellazione di oltre 100 voli.

Non è stato che l’inizio. Le ambulanze della città sono state sequestrate per trasportare i feriti in ospedale, mentre nelle carceri del Sinaloa si sono scatenati tentativi di evasioni di massa repressi con violenza dalla polizia. I grandi snodi viari sono stati bloccati dando fuoco a tir e automobili e nelle ore successive sono scattate le imboscate nei confronti di polizia e militari dell’esercito spediti a controllare la situazione. Almeno 29 persone, tra cui 10 membri delle forze di sicurezza, sono morti e altri 35 sono rimasti feriti nei combattimenti. Il colonnello di fanteria Juan José Moreno Orzua, comandante del 43esimo battaglione di stanza a Tepic, e i quattro militari che viaggiavano con lui sono stati assassinati in un’imboscata vicino a Escuinapa. Violenze contro le forze dell’ordine sono state segnalate anche a Los Mochis, Mazlatan, Caborca, Ciudad Obregón e Angostura. Così il governo ha mobilitato i tank blindati schierandoli nelle strade prese d’assalto dai membri armati del cartello narcos.”

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