I SERVIZI PER LE DIPENDENZE SONO PREPARATI A SITUAZIONI DI CRISI?

Una riflessione di Riccardo Gatti

Gatti fa l'esempio della diffusione, in alcune zone del nostro paese, del crack, che oltre a costare poco, ha delle caratteristiche che lo rendono molto pericoloso per la salute sia fisica che psichica.  La sua enorme disponibilità, unità ad un costo irrisorio, negli anni 80' negli USA, creò una situazione disastrosa a livello sanitario e sociale.

data di pubblicazione:

10 Dicembre 2022

Riccardo Gatti , medico, specialista in psichiatria e psicoterapeuta, in un articolo sul sito Droga.net, si interroga su come i servizi pubblici che si occupano delle Dipendenze reagirebbero, in questo momento storico, di fronte ad una situazione di crisi legata all’uso di sostanze. Se lo chiede in base a dati forniti da organismi internazionali, che descrivo una situazione sempre più complessa per quanto riguarda l’offerta di sostanze psicoattive. Una situazione creata sia dalla presenza di sostanze sempre più complicate e di cui non si conoscono ancora gli effetti,  sia per il fatto che si sta registrando sul mercato un aumento preoccupante sia di cocaina che di anfetamine.
Questa situazione potrebbe ulteriormente peggiorare con l’arrivo di oppiacei sintetici quali il Fentanil e suoi derivati, che si sono resi responsabili di una vera e propria strage negli USA in questi anni.
In uno scenario a livello internazionale molto instabile dal punto di vista economico e sociale, l’ingresso sul mercato di sostanze a basso costo ma ad alta potenza potrebbe creare scenari preoccupanti.
Gatti fa l’esempio della diffusione, in alcune zone del nostro paese, del crack, che oltre a costare poco, ha delle caratteristiche che lo rendono molto pericoloso per la salute sia fisica che psichica.  La sua enorme disponibilità, unità ad un costo irrisorio, negli anni 80′ negli USA, creò una situazione disastrosa a livello sanitario e sociale.
Di fronte a uno scenario del genere, si interroga Gatti, il nostro sevizio pubblico, già in sofferenza per la mancanza di personale e di risorse economiche, riuscirebbe ad affrontare adeguatamente il problema? Inoltre attualmente ci sarebbero le competenze necessarie visto lo scarso ricambio generazionale degli  operatori e delle operatrici?
Continua il medico: “Ciò che, in questi anni, ci ha messo in una situazione (relativamente) migliore di altri Paesi, rispetto alle conseguenze dell’uso di sostanze, è la presenza di Servizi Pubblici, diffusi territorialmente, facilmente accessibili e con personale esperto. Gradualmente, però, come non di rado accade in Italia, generiamo azioni di avanguardia, che altri ci invidiano, … per poi dimenticarci che, per funzionare nel tempo, hanno bisogno di attenzione, manutenzione, capitalizzazione dell’esperienza ed innovazione. L’innovazione, in particolare, dovrebbe anche essere considerata a livello legislativo, visto che, i nostri SERD, appaiono legati a molte norme che hanno a che fare con funzioni di controllo sociale: occupano molte energie che sarebbero meglio impiegate nella prevenzione, nella cura e nella riabilitazione”.
Vanno immediatamente pensate delle strategie che vadano oltre a quelli che qualcuno ha definito “errori di programmazione” per non farsi trovare impreparati, soprattutto i servizi pubblici, che dovrebbero fornire “(…) cure gratuite con interventi multidisciplinari individualizzati”.

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