ALLO STUDIO DUE TECNOLOGIE ALL'AVANGUARDIA CONTRO LE OVERDOSE DA OPPIACEI

data di pubblicazione:

21 Maggio 2022

Due tecnologie all’avanguardia, di grande interesse, sono in fase di studio negli USA: la loro combinazione permetterebbe di rilevare in tempo reale la presenza di un’overdose da oppiacei e di somministrare il necessario quantitativo di naloxone, il principale salva-vita usato in caso di overdose da oppiacei. Fondamentalmente, si tratta di due dispositivi, altamente tecnologici, “indossabili”: il primo, sfruttando il monitoraggio in tempo reale dei principali parametri vitali, fa scattare l’allarme nel caso questi si abbassino a livelli critici, facendo così azionare automaticamente il secondo dispositivo, in grado di iniettare una dose di naloxone nel corpo del paziente. Addirittura, se i sensori rilevassero che, dopo la prima somministrazione di naloxone, il livello di ossigeno non si fosse ripristinato a livelli sufficienti, il dispositivo azionerebbe una seconda dose di naloxone. Ciò potrebbe quindi risolvere un problema osservato nella somministrazione tradizionale di naloxone, ovvero che l’overdose sovrasti gli effetti salvifici del naloxone iniettato.

Secondo gli sviluppatori del progetto, che ha ricevuto finanziamenti pari a 3,8 mil. di dollari dall’U.S. National Institute on Drug Abuse, le prime prove sono attese entro tre anni. Fra i primi e principali beneficiari di queste nuove tecnologie, si citano alcune categorie a particolare rischio di overdose da oppiacei: in primis persone ex tossicodipendenti in uscita dal carcere, soggetti in cura con farmaci oppiacei. Inoltre uno dei ricercatori intervistati mette l’accento sul fatto che le tecnologie allo studio potrebbero ben applicarsi ad altre malattie (come il diabete), dove è fondamentale il monitoraggio di alcuni parametri.

Infine, anche se non trattato dall’articolo, sono comunque da tenere presente le delicate e inedite questioni poste da queste tecnologie “indossabili” sul piano etico e della privacy: chi deciderebbe quali persone potrebbero goderne oppure chi deciderebbe e quale sarebbe l’uso e la gestione della miriade di dati personali e altamente sensibili così raccolti?

LINK ALL’ARTICOLO (INGLESE)

Ti potrebbe interessare anche
Precedente
Successivo