Nell’ultimo numero del 2021 del Bollettino Epidemiologico nazionale (ben) troviamo un articolo sulle azioni intraprese dal programma Guadagnare Salute (GS) relativamente al contrasto all’abuso di alcol e ai danni che provoca, azioni finalizzate soprattutto “(…) a informare, educare, assistere, stimolare la responsabilità individuale, l’empowerment della persona, protagonista e responsabile della propria salute e delle proprie scelte come risorsa e investimento reale”.
Gli interventi di prevenzione e le strategie messe in campo dal programma GS, sempre nell’ambito di leggi nazionali (prima fra tutte la Legge quadro nazionale sull’alcol 125/2001 ) e internazionali sul contrasto all’abuso di alcol sono stati:
- ridurre la disponibilità di bevande alcoliche nell’ambiente di vita e di lavoro e lungo le principali arterie stradali;
- favorire il contenimento della quantità di alcol nelle bevande alcoliche;
- informare correttamente i consumatori;
- evitare gli incidenti stradali alcol-correlati;
- rafforzare gli interventi di prevenzione primaria e secondaria nella medicina di base;
- trovare alleanze con il mondo del lavoro;
- proteggere i minori dal danno alcol-correlato;
- formare gli operatori.
E’ utile ricordare che la valutazione degli interventi realizzati “(…) in materia di alcol e problemi alcol-correlati in Italia sono a norma di legge e riportati annualmente dal Ministro della Salute in Parlamento ai sensi della Legge 125/2001″. Alcuni dei risultati emersi dagli interventi raccontano di un incremento del consumo di alcol del 2,2% (tra gli anni 2007 e 2019, ultimo anno di dati disponibili), con un lieve e progressivo incremento da parte delle donne rispetto agli uomini. Sempre le donne rappresentano la categoria con la percentuale più alta di consumo fuori pasto, mentre il consumo di più di sei unità in una volta sola, il binge drinking non ha registrato aumenti nei due generi.
Un dato positivo è rappresentato dalla diminuzione costante del numero di consumatori a rischio, dal 2007 al 2012, che poi si è interrotta fino al 2018, ma che ha ripreso nell’ultimo anno di dati soprattutto tra i maschi. Interessante anche l’analisi a livello regionale dei consumatori a rischio, che registra alcune criticità in alcune zone specifiche del nostro paese. Un dato preoccupante è invece rappresentato dai “(…) consumatori che hanno già un danno d’organo in funzione di elevate quantità di alcol consumate”, che soprattutto tra la popolazione anziana, e nel 2019 in particolare, hanno subito un incremento significativo.
L’aumento della quota dei consumatori dannosi di alcol, che solo in parte è stata presa in carico dai servizi, delinea una situazione critica che la pandemia non ha fatto altro che acutizzare, evidenziando differenze molto evidenti tra zone diverse del paese.
Il lockdown “(…) ha determinato un incremento delle disuguaglianze di salute tra i consumatori dannosi o rischiosi di alcol che, in funzione della mancanza d’identificazione e d’intervento a causa della insufficiente disponibilità delle strutture territoriali, sono stati marginalizzati e stigmatizzati in una dimensione di scarsa disponibilità di accesso a servizi e prestazioni”.
Per colmare il divario tra gli obiettivi del programma GS e le misure di contrasto e prevenzione messe in atto sarebbe utile, in sintesi, intervenire su 4 aree di azione “(…) che richiedono interventi prioritari: - l’area della risposta dei servizi sanitari (quali l’utilizzo di screening e intervento breve per il consumo rischioso e dannoso di alcol e la disponibilità di interventi terapeutici standardizzati);
- il marketing delle bevande alcoliche (pubblicità e sponsorizzazioni da parte dell’industria dell’alcol di eventi sportivi e che riguardano i giovani, restrizioni sulle vendite promozionali);
- le politiche sui prezzi;
- le politiche per la riduzione delle conseguenze negative del consumo di alcol e dell’intossicazione (ad esempio, la formazione del personale addetto alla somministrazione delle bevande, le etichette con le informazioni sulla salute nei contenitori delle bevande) avevano già richiamato l’indispensabilità e l’urgenza di rinnovare i sistemi di rilevazione precoce e d’intervento, di rivedere i protocolli di gestione degli stati d’intossicazione acuta e la gestione nei Pronto Soccorso delle conseguenze del bere per ubriacarsi”.