DIDATTICA A DISTANZA E ADOLESCENTI

data di pubblicazione:

29 Ottobre 2020

Nelle ultime settimane, ogni volta che si affronta il tema della scuola e dei ragazzi, sembra che ci si stia concentrando prettamente su problematiche organizzative e sanitarie, non tenendo conto di cosa rappresenti per loro la scuola e di quanto siano importanti alcuni momenti significativi vissuti al suo interno.
E’ indubbio che sia fondamentale tutelare la salute fisica e dunque adottare tutte le misure di sicurezza e prevenzione, questo non è neppure da mettere in discussione, ma non possiamo focalizzarci solo su questo aspetto. È necessaria una riflessione profonda che tenga conto di ogni elemento in gioco, sarebbe troppo limitante ragionare in termini dicotomici o incentrati prettamente sul “per paura dei contagi tutto è lecito”, perché non è cosi, tutto lascia un segno e dobbiamo trovare la soluzione che impatterà di meno. Nessuno vuole mandare i ragazzi allo ‘sbaraglio’, ma non dobbiamo perdere di vista anche gli aspetti emotivi: la salute psichica deve essere salvaguardata al pari di quella fisica, non può non essere considerata ed essere messa in secondo piano.
Se si perde un ragazzo non salta solo un sistema individuale, salta anche quello familiare, scolastico e sociale.

L’errore di fondo che stiamo facendo è quello di porre l’accento soprattutto su dove “piazzare” questi ragazzi: “li mettiamo nell’autobus, li togliamo dall’autobus, classe sì, classe no”.
Bambini e ragazzi non sono oggetti da collocare ma risorse su cui investire: se tagliamo quel poco di certo e stabile che avevano, come la scuola, perché la vita dei ragazzi prima del Covid ruotava interamente intorno alla scuola, si creerebbe un vuoto formativo ed educativo in cui si rischia di perdere troppi adolescenti. La dispersione scolastica, infatti, è un problema da non sottovalutare perché può creare un danno a più livelli.
Ragazzi persi significa ragazzi deviati. Gli adolescenti invece devono essere parte integrante del cambiamento, che richiede una nuova forma di adattamento.
Non possiamo continuare a rivolgerci a bambini e ragazzi facendo arrivare loro il messaggio che prima o poi si ritornerà alla normalità e che la condizione che stiamo vivendo sia una condizione di transitorietà, perché altrimenti perderanno la motivazione, non daranno alla scuola il giusto valore e non la seguiranno come dovrebbero.

Questa condizione ha portato a un cambiamento radicale e bisogna prenderne atto.

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