IL DISTURBO DA GIOCO D'AZZARDO: L'ESPERIENZA DI "SPAZIO GIO"

data di pubblicazione:

28 Agosto 2020

Proponiamo una sintesi di un articolo pubblicato su ALEA Bullettin VIII n. 2/2020 – Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, e dei comportamenti a rischio: Il Disturbo da Gioco d’azzardo: l’esperienza pilota di uno sportello in un ospedale metropolitano.
L’articolo presenta un’azione intrapresa dalla Regione Lombardia che, nel 2018, ha messo in atto una campagna finalizzata al contrasto del gioco d’azzardo .
Grazie al finanziamento legato a tale campagna, a fine 2019 presso l’ospedale ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda si è avviato un progetto dedicato al disturbo del gioco d’azzardo con due obiettivi specifici:

  • implementazione di punti di formazione e ascolto;
  • sensibilizzazione del personale e divulgazione del messaggio della dipendenza da gioco d’azzardo come una patologia curabile.

In linea con questi obiettivi si è organizzato un programma di formazione rivolto agli operatori sanitari dell’Ospedale al fine di sensibilizzare gli operatori sulla patologia del Gioco d’azzardo e promuovendo la capacità di riconoscere possibili segnali indicatori nei pazienti assistiti al Niguarda.
In relazione al secondo obiettivo del progetto, a fine 2019 è nato il primo Sportello, chiamato “Spazio Gio”, dedicato alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico, in cui lavora un’equipe di psicologi, assistenti sociali e tecnici della riabilitazione psichiatrica verso cui possono essere indirizzati i pazienti con problematiche legate alla dipendenza da gioco d’azzardo o i familiari che mettano in evidenza il sussistere di tale problematica.
Lo Sportello è ad accesso libero, senza limiti di età e vuole essere un punto di primo contatto anche per quelle fasce d’età tipicamente non intercettate dai Servizi tradizionali.
Le prestazioni possono essere erogate in forma completamente anonima.
Il Servizio è costituito da un tradizionale studio, situato in uno dei padiglioni dell’ospedale e da un corner informativo, posizionato alcune settimane al mese negli spazi più vissuti dell’ospedale con la finalità di sensibilizzare i cittadini, fare informazione e consentire a chi è interessato di prendere contatti con il Servizio.
L’attività del Corner, posizionato in una delle shopping gallery dell’Ospedale, è iniziata ufficialmente con la settimana del 10/02/2020.
A causa dell’emergenza Covid-19, purtroppo, è stata l’unica settimana in cui l’attività del Corner è rimasta aperta nelle modalità descritte.

Risultati
Nell’unica settimana di attività, 35 persone hanno interagito con il corner, di cui il 54,3% è rappresentato da uomini e il 67,15% della totalità ha un’età compresa tra i 40 e 60 anni.
Più della metà delle persone interessate, 51,39% del totale non ha chiesto informazioni al personale dedicato, ma si è limitata a prendere il materiale informativo cartaceo o ha trascritto i contatti telefonici e-mail; il 34,32% ha richiesto informazioni rivolgendosi direttamente agli operatori presenti allo sportello; il 14,29% invece si è limitato a scattare una foto al materiale pubblicitario.

L’analisi del campione è stata effettuata prendendo in considerazione il motivo di accesso al corner:
il 48,57% di coloro che si sono interfacciati con gli operatori ha preferito non dichiarare il motivo; 17,14%, invece, ha dichiarato di informarsi per un conoscente; il 25,72% è risultato essere personale ospedaliero interessato ad avere informazioni per l’invio di pazienti, mentre l’8,57% è risultato essere parte di altri Enti e ha chiesto informazioni per il proprio servizio.

Un altro aspetto rilevante che può costituire un limite nell’accesso ai Servizi e nella richiesta d’aiuto è lo stigma, e in particolare lo stigma interiorizzato, diffuso soprattutto nella popolazione femminile.
Alla luce di questi elementi,  il corner informativo è stato collocato in un punto molto visibile all’interno dell’Ospedale Niguarda, promuovendo cosi la facilità di accesso al Servizio, assicurando una presenza accogliente, ma discreta, degli operatori in una posizione osservativa e non giudicante.
La bontà di questa strategia potrà avere conferma, tuttavia, solo dall’incremento del numero di accessi al Servizio.
Ad oggi, a causa della brevità del periodo di osservazione e della successiva emergenza sanitaria, tale incremento non si è ancora osservato.

Sono attualmente 8 i pazienti o i loro familiari che hanno iniziato un percorso di valutazione, counseling, o supporto psicologico presso lo Sportello.
Altro aspetto importante che i dati suggeriscono, è proprio l’importanza dei familiari nel facilitare l’accesso ai luoghi di cura.
Sono infatti i familiari che spesso prendono informazioni e che chiedono aiuto per l’utente,  ricordando che nel caso del DGA si stima che per ogni giocatore siano direttamente coinvolte in media altre 8 persone.
In termini di prospettive future, potrebbe essere utile articolare interventi individuali e di gruppo focalizzati sull’implementazione di strategie di regolazione emotiva e di coping rivolti non solo agli utenti, ma anche ai loro familiari.
Per quanto riguarda l’accesso delle fasce d’età tipicamente meno coinvolte, anche nel nostro campione si evidenzia l’assenza totale della fascia d’età < 18 anni; sforzi maggiori devono essere messi in atto per intercettare questa popolazione, non indenne dalle problematiche connesse al DGA, anche attraverso canali di comunicazione meno convenzionali (ad es. social media).

Il Disturbo da Gioco d’azzardo: l’esperienza pilota di uno sportello in un ospedale metropolitano.
Ivan Limosani, Camilla Ciliberti, Laura Longo, Martina Turco, Fulvia Prever, Mauro Percudani

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