Sono almeno 450 le nuove sostanze psicoattive identificate dai tossicologi negli ultimi anni e con tutta probabilità rappresentano soltanto un piccolo campione di un mercato che non conosce crisi. Gli effetti sono devastanti: quelle che un tempo chiamavamo “droghe leggere” oggi sono ottenute per via sintetica, biotecnologica, ibridazione o addittivate di altre sostanze e sono quindi estremamente potenti per cervello ma anche gli altri organi vitali. Si ordinano su Internet e Deep Web senza la mediazione dello spacciatore.
La diffusione delle “Nuove Sostanze Psicoattive” (NSP) sta emergendo come fenomeno sempre più preoccupante. Negli ultimi anni sono state identificate oltre 450 NSP in Europa e decine di intossicazioni acute correlate al loro consumo, alcune delle quali mortali. L’utenza cresce e il mercato è molto più liquido: basta pensare che sono ordinabili su Internet, quindi da chiunque. Basta consultare i forum, dove troviamo oltretutto caratteristiche e consigli sull’effetto “ricercato”. Insomma, si può fare anche una ricerca per “gusti” e destinazione del “viaggio”.
Il fatto che sia Internet il grande dispensatore fa si che la figura dello spacciatore sia meno necessaria di un tempo. E allora comprare è meno pericoloso (in qualche caso anche meno costoso) e dunque più facile. Queste le caratteristiche principali del nuovo mercato dello sballo secondo gli esperti riuniti all’incontro Nuove Sostanze Psicoattive: tossicità, rischi, procedure, clinica, prevenzione durante il 18° Congresso Nazionale della Società Italiana di Tossicologia (Sitox), in corso fino a venerdì a Bologna.
“Internet e Deep-Web vendono le NPS a un vasto pubblico spacciandole per ‘legali’, e molto spesso è vero, perché se la molecola è nuova non è ancora presente nelle tabelle delle sostanze proibite. L’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (OEDT) ci dice che l’Europa si trova di fronte a un mercato delle droghe sintetiche sempre più complesso e instabile. Esempi classici sono le cosiddette ‘party pills’ (droghe ricreative a base di principi attivi derivati dalla benzilpiperazina) o prodotti commercializzati come incensi o pot-pourri di fiori e foglie secche (‘Spice’ e ‘N-Joy’) che contengono in realtà cannabinoidi sintetici”, spiega la Sitox in una nota.
“A differenza della marijuana tradizionale, che contiene il principio attivo THC genericamente al 3%, quella che offre il nuovo arriva a contenerne il 12-15%. A queste concentrazioni l’assuntore può avere episodi psicotici e potenzialmente danni irreversibili (come poi l’esperienza clinica ha dimostrato). Nell’adolescente i danni sono potenzialmente maggiori che nell’adulto. L’area del cervello adolescente stimolata dalle sensazioni piacevoli è già strutturata mentre la corteccia, che ha invece il compito di ‘filtrare’ e tenere a bada questi impulsi matura soltanto dopo i 20 anni.
Entrando nei dettagli farmacodinamici i cannabinoidi sintetici sono molecole che, come i cannabinoidi naturali, agiscono sui recettori CB1 e CB2 ma sono caratterizzati da una diversa struttura chimica: gli 8 principali gruppi strutturali ad oggi identificati sono : naftoilindoli (es. JWH-018, JWH-073 e JWH-398), naftilmetilindoli, naftoilpirroli, naftilmetilindani, fenilacetilindoli (es. JWH-250), benzoilindoli, cicloesilfenoli (es. CP 47,497 e analoghi), cannabinoidi classici (es. HU-210), N-adamantilici (es. apinaca). Tali molecole hanno un’affinità recettoriale molto più elevata del THC e vengono spesso commercializzati sotto forma di miscele di erbe e sostanze vegetali, definite anche come ‘herbal mixture’ o ‘herbal blend’, incensi o profumanti per ambienti. I consumatori spesso ritengono di assumere prodotti naturali simili alla cannabis, mentre in realtà queste molecole di sintesi sono molto potenti e tossiche”, prosegue la nota.
“Oltre ai cannabinoidi sintetici altre sostanze nuove sono, chimicamente, piperazine, catinoni, fenetilamine, benzofurani, derivati della ketamina, sostanze di origine vegetale e agenti performanti. Sono potenzialmente mortali e tutte capaci di produrre sindromi psicotiche. Se il danno è irreversibile gli effetti da episodici si cronicizzano. Tra le altre NPS i catinoni sintetici danno effetti clinici, tra i più comunemente riportati, come ansia, agitazione e atteggiamento aggressivo/violento, scarsa capacità di concentrazione, diminuzione della memoria a breve-termine, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, ipertensione arteriosa, sudorazione, midriasi, contrattura della muscolatura facciale, cefalea, irritazione della mucosa nasale (secondaria all’inalazione), nausea, vomito, dolori addominali (dopo ingestione). Nei casi gravi sono riportati ischemia miocardica, edema polmonare, ictus ischemico, emorragia cerebrale e sintomi correlati a grave vasocostrizione periferica.
I produttori, continuamente ‘innovativi’ nell’offerta e commercializzazione di nuove molecole, dimostrano una grande e rapida capacità di adattamento ai controlli e alle azioni intraprese dalle Istituzioni. La commercializzazione di sostanze alternative alle droghe illecite ha quindi uno sviluppo preoccupante. Diagnosi e riscontro analitico di intossicazione da NSP nel setting dell’urgenza non sono semplici perché i laboratori d’urgenza non dispongono di sistemi analitici adatti alla determinazione delle NSP; le NSP variano con rapidità eccezionale nel mercato, e quindi variano i test utili per la diagnosi; il metabolismo di molte NSP non è sempre noto, e la sostanza assunta tal quale spesso non è riscontrabile nelle urine; alcune NSP sono attive a dosi molti piccole non facilmente rilevabili analiticamente.
Ancora, numerose sostanze vegetali contengono alcaloidi con proprietà psicoattive. Queste comprendono funghi (es. Amanita muscaria e funghi contenenti psilocibina) e piante tra cui Argyreia nervosa, Artemisia absinthium, Ayahuasca, Datura stramonio, Ephedra sinica, Mitragina speciosa, Salvia divinorum e vari tipi di Trichoreus. Si tratta di vegetali reperibili in natura e comunque facilmente acquistabili in rete. Anche gli effetti di questi alcaloidi possono essere molto pericolosi sia nella fase immediatamente successiva al consumo che a lungo termine, per la frequente presenza di effetti residui ricorrenti e anche di cronicizzazione di quadri psicotici”, conclude la Sitox.