MODIFICHE IN ARRIVO PER IL TRATTAMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI IN CARCERE

data di pubblicazione:

15 Febbraio 2018

carcere2Sul Quotidiano della Sanità, Mario Iannucci e Gemma Brandi commentano il Decreto legislativo di riforma dell’ordinamento penitenziario, che potrebbe determinare importanti cambiamenti nel trattamento del paziente psichiatrico autore di reato. Iannucci e Brandi esprimono un giudizio complessivamente critico della proposta, pur valutando positivi alcuni punti del decreto. Provando a riassumere gli elementi più critici, si ritiene inadeguata e potenzialmente pericolosa la commistione che si verrebbe a creare negli istituti penitenziari, per questi detenuti con problematiche psichiatriche, fra funzioni di cura e funzioni di custodia, controllo. Ciò avverrebbe in particolare attraverso la proposta di istituire, nelle carceri, le “Sezioni per detenuti con infermità” psichica, che pur se collocate all’interno degli Istituti ordinari di pena, saranno “ad esclusiva gestione sanitaria”.

Fra gli aspetti positivi del decreto, invece, si sottolineano i seguenti elementi: “Le parti apprezzabili sono costituite: 1) dalla possibilità di estendere il “rinvio facoltativo  dell’esecuzione della pena” alla infermità psichica oltre che a quella fisica; 2) dalla previsione di estendere ai pazienti con turbe psichiche l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare (con Alessandro Margara avevamo avanzato tale proposta fino dal 1997 e ci fa piacere che si arrivi infine a questa previsione, poco importa se con venti anni di ritardo); 3) la sottolineatura dell’importanza del Servizio Sanitario all’interno dei penitenziari, che assume sempre più autonomi compiti di garanzia nel momento in cui assume quelli di cura (con aspetti critici di cui diremo); 4) dalla ribadita necessità di predisporre, all’interno degli Istituti Ordinari di pena delle “Sezioni per detenuti con infermità” psichica (anche qui con aspetti molto critici)”.

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