L’USO CORRETTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE

data di pubblicazione:

18 Luglio 2013

famiglia oggi 3 2013Il tema della libertà del Web vanta una lunga storia. Si tratta di un luogo non controllabile, di uno spazio collaborativo che nasce dal contributo spontaneo degli utenti.
Ecco perché educare, in famiglia e a scuola, al suo corretto utilizzo diviene necessità urgente.
L’autore dell’articolo si sofferma sull’analisi del ruolo del Web, della libertà che esso vanta e sulle possibilità di intervento per promuovere tra i giovani un uso corretto.

Controllare il web non è giusto, perché esso rappresenta uno spazio collaborativo che nasce dal contributo spontaneo dei singoli utenti: una storia di luogo in autogestione i cui frequentatori sono essi stessi responsabili del rispetto delle regole che si sono dati. Non è possibile, perché la struttura reticolare consente comunque all’informazione che si intendesse censurare di trovare altre vie per essere comunicata.
Il tema della libertà della rete solleva comunque una questione legata alla cittadinanza: tra i due estremi opposti del controllo e del laissez-faire occorre trovare una via intermedia che consista nel garantire l’esercizio della libertà a partire dall’educazione. Oggi, nella scuola, nella famiglia e nei contesti dell’extra-scuola, la media education non è più un lusso, ovvero un’attenzione che sia possibile scegliere di tenere o di non tenere. L’esercizio della cittadinanza oggi passa anche attraverso i media. Per questa ragione le agenzie educative devono prenderne atto e attrezzarsi al riguardo.
L’autore individua quindi la possibilità di contrapporre alla tentazione di sorvegliare quella di educare per responsabilizzare.
Sia la scuola che la famiglia condividono al riguardo delle difficoltà. La prima è da porre in relazione con il fattore temo.
Concretamente questo significa, per la scuola, individuare spazi adeguati all’interno del curricolo. L’impianto scolastico, ancora largamente disciplinare e centrato sull’apprendimento dei contenuti, rende faticoso il maturare prospettive differenti, più trasversali e collegiali come quelle che dovrebbero presiedere allo sviluppo delle cosiddette competenze digitali.
Nel caso della famiglia, invece, il problema del tempo va posto in relazione alla presenza, sempre più difficile, da garantire durante il momento del consumo. Una difficoltà che va cercata da una parte nella riduzione del tempo che viene riservato ai figli (il tempo lavorativo si prolunga oltre la giornata e la settimana sottraendone alla convivialità e alla complicità familiare), dall’altra nella diffusione dei dispositivi mobili che spostano in momento del consumo sempre più fuori dalla casa.
La seconda difficoltà ha invece a che fare con la caduta della capacità educativa, tanto della famiglia che della scuola. I problemi economici, la perdita di futuro delle nuove generazioni, la complessità del contesto socio-culturale sono tutti aspetti che mettono in forte difficoltà gli educatori. Si tratta di una difficoltà amplificata, nel caso della scuola, dai problemi salariali e dalla difficoltà della categoria degli insegnanti ad accettare il nuovo modo di mettersi in gioco, nel caso della famiglia dalle tensioni e dalle trasformazioni che la attraversano.
Per superare tali difficoltà l’autore individua due prospettive praticabili:
la pratica della glossa: che significa rinunciare di intervenire centralmente mettendosi in cattedra e consegnare l’intervento educativo a un’osservazione fuggitiva, una battuta, un momento di condivisione o di complicità.
La seconda direzione di lavoro va cercata nella pedagogia del contratto, basata sulla negoziazione e mirata alla costruzione partecipata di comportamenti ritenuti corretti.
Nella scuola come in famiglia questo si traduce nella definizione di protocolli di consumo condiviso piuttosto che nella definizione delle regole dal basso.

L’USO CORRETTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE
Pier Cesare Rivoltella
FAMIGLIA OGGI
n.3 Maggio Giugno 2013
pag. 34-38

La rivista è disponibile c/o il Cesda

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