DRUGS: VOCI CHE RACCONTANO LA PROPRIA DIPENDENZA

una docuserie composta da otto episodi prodotta da RAIPLAY

Molti dei protagonisti di questi episodi sono giovani che raccontano la loro esperienza di dipendenza, senza retorica e accompagnati da immagini ben realizzate. Queste ultime sostengono efficacemente i temi dei racconti e rendono molto l'idea dei contesti in cui si sviluppano queste forme di dipendenza.

data di pubblicazione:

12 Ottobre 2022

DRUGS è una docuserie composta da otto episodi prodotta da RAIPLAY, che racconta il tema delle vecchie e nuove dipendenze, non solo da uso di sostanze psicoattive, ma anche da comportamenti rischiosi. Realizzati attraverso l’utilizzo delle storie e delle voci di testimoni diretti, gli episodi sono molto ben costruiti, rendendo efficace il messaggio che vogliono trasmettere

Molti dei protagonisti di questi episodi sono giovani che raccontano la loro esperienza di dipendenza, senza retorica e accompagnati da immagini ben realizzate. Queste ultime sostengono efficacemente i temi dei racconti e rendono molto l’idea dei contesti in cui si sviluppano queste forme di dipendenza.
Emerge in questo modo il ruolo importante che i contesti di vita, sociali, familiari, di studio e lavorativi, influiscono nei percorsi di dipendenza: percorsi non lineari che alle volte sono determinati dal caso, alle volte da scelte personali, scelte spesso non consapevoli ma indotte anche dal contesto in cui si è immersi e da cui si vuole fuggire. Fuggire per entrare in altre realtà che sul momento possono dare molto sollievo, “felicità”  e riconoscimento, ma che poi con il tempo diventano dipendenze vere e proprie.
I racconti delle realtà vissute, prima e dopo la dipendenza, da questi giovani colpiscono per la loro lucidità e anche per le loro analisi. I primi due episodi della serie sono molto attuali: il primo riguarda il consumo di eroina nel “bosco” di Rogoredo a Milano, mentre il secondo mette a fuoco la realtà di un giovane gamer che si ritira dentro alla sua stanza, facendola diventare uno spazio di evasione da quella che gli altri definiscono vita vera.
Entrambi i racconti ci parlano di mancanza di ascolto, di incomunicabilità tra mondi distanti anche se fisicamente vicini.  Da queste storie emerge un senso di solitudine dei protagonisti, ma la propria condizione viene raccontata senza autocommiserazione, Quello invece di cui si sente la necessità è il parlare della propria condizione con qualcuno in grado di capire e non giudicare.
Gli altri sei episodi riguardano rispettivamente come si diventa spacciatori, il consumo di cocaina, il disturbo da gioco d’azzardo, il consumo di alcol in gruppo, la trap e gli sciroppi a base di codeina e per ultimo  l’abuso di psicofarmaci. Tutti episodi ben contestualizzati, perché i racconti su queste dipendenze possono avvenire nella stessa città ma all’interno di luoghi molto diversi tra loro sia da punto di vista urbanistico (centro città, periferia, provincia) che sociale e familiare.

 

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