PROGETTO LIFE SU NALOXONE ENDONASALE A BERGAMO

data di pubblicazione:

3 Agosto 2022

Sul blog della Società Italiana Tosicodipendenze (SITD) è presente un contributo di Massimo Corti su un progetto di informazione e diffusione del naloxone endonasale in tre SerD in provincia di Bergamo. Il progetto di riduzione del danno consiste nella cessione ai pazienti in terapia sostitutiva nei tre SerD dell’ASST Bergamo Ovest del Kit LIFE, composto da due confezioni di antidoto (naloxone) in formulazione spray nasale, proprio al fine di rendere la somministrazione più facile e immediata. “La distribuzione dei kit è stata preceduta e accompagnata da un momento informativo di counselling individuale in modo da meglio illustrare come e quando è necessario l’intervento spiegando che comunque è una modalità sicura. Nel kit, consegnato in una piccola scatola di cartone con coperchio illustrato, è comunque presente una piccola brochure illustrativa con indicazioni di carattere preventivo e sopratutto sulle corrette modalità di intervento perché il primo obiettivo, che si vuole raggiungere, è quello di fornire formazione e indicazioni sul naloxone e le modalità di soccorso.

Questo progetto è stato fatto dopo un’attenta analisi del contesto e una valutazione delle conoscenze dei pazienti. Nel mesi di Ottobre 2018 nelle sedi SerD di Treviglio, Martinengo e Ponte San Pietro sono stati messi a disposizione dei pazienti eroinomani in trattamento sostitutivo, questionari per la valutazione del rischio overdose e possibili interventi salvavita. I questionari somministrati sono stati complessivamente novantasei divisi equamente tra i tre servizi con una percentuale di risposta di circa 80% utenti maschi e 20% femmine. La fascia di età più rappresentata è quella dai 36 ai 45 anni (38,5%) seguita dalle fasce 21-35 e 46-60 entrambe al 26%. Solo l’1% di chi ha risposto ha meno di 21 anni. I dati raccolti sono risultati estremamente omogenei nelle tre sedi e decisamente interessanti. Alla domanda se è capitato di assistere a episodi di overdose il 48% ha risposto positivamente; di questi il 13% da meno di un anno e il 4% nell’ultima settimana. Nei casi di overdose assistiti, nel 50% dei casi non è stata chiamata ambulanza e il motivo riportato è stato nel 60% la risoluzione e la volontà di evitare conseguenze con la polizia, ma nel 21% perché è stato somministrato farmaco specifico. La conoscenza di farmaco salvavita specifico è discretamente presente. Il naloxone è conosciuto dal 57% dei pazienti in terapia sostitutiva e il 23% è a conoscenza che può essere acquistato in farmacia senza ricetta. In relazione ai comportamenti il 46% se ne disponesse lo porterebbe con se in situazioni a rischio e quasi il 60% lo utilizzerebbe su una persona in overdose. Il 50% sarebbe comunque interessato ad approfondire conoscenze sul farmaco.

Il kit dal mese di novembre 2018 è stato proposto a circa 500 pazienti, in particolare in trattamento sostitutivo ma anche a coloro a cui risultava uso di oppiacei. La netta maggioranza dei pazienti hanno seguito con interesse la spiegazione e si sono trovati interessati ad imparare ad usarlo e quindi ritirando il kit. Quasi il 15% ha perà rifiutato. I motivi della decisione principalmente erano legati al fatto che in casa non erano al corrente della dipendenza e quindi non sapevano come giustificare la presenza del Kit, altri che in ogni caso non se la sentivano di intervenire in caso di overdose anche se l’utilizzo del Kit e’ semplice e altri non lo hanno voluto perche’ hanno figli piccoli che nonostante potessero nasconderlo in casa o in auto avrebbero potevano trovarlo. Una paura che veniva riportata era anche che avevano paura di avere problemi da controlli di polizia (anche s su questo abbiamo tentato di rassicurare e in molti casi ci siamo riusciti). Purtroppo molto difficile è stato avere dei dati ufficiali di utilizzo, il 118 interpellato non è stato in grado di darci riscontri strutturati. Come narrativa i colleghi del 118 hanno riportato di casi in cui sono intervenuti con situazioni in via di remissione dopo utilizzo di naloxone spray nasale cosi come ci sono state narrazioni simili da pazienti ma solitamente da riferiti. Quando il progetto è iniziato in tali modalità, con utilizzo di naloxone spray nasale, credo sia stato il primo attivato in Italia e purtroppo sarebbe stato molto utile poter avere un report strutturato sulle ricadute, almeno in relazione ad interventi del 118, ma purtroppo la raccolta dati e le comunicazioni tra servizi non sono sempre facili.”

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