TRE ESEMPI DI INTERVENTI INTEGRATI PUBBLICO-PRIVATO IN RISPOSTA ALLA PANDEMIA

data di pubblicazione:

4 Settembre 2021

Le persone senza fissa dimora costituiscono l’anello debole della sorveglianza epidemiologica del COVID-19 ed altre malattie trasmissibili (Epatite B e C, HIV, ecc.), sfuggendo ai sistemi tradizionali di contact tracing e di cure sanitarie. Nel corso dell’ultimo anno,  l’Azienda sanitaria e la Regione Toscana hanno intensificato l’impegno per predisporre progetti, campagne ed interventi territoriali che puntassero, appunto, a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Riportiamo qui una sintesi di alcune di queste esperienze che sono accumunate da una stretta collaborazione tra ente pubblico ed Enti del Terzo Settore (ETS), in qualità di servizio ponte e aggancio con le comunità locali target di progetto.La possibilità di gestire nuovi focolai da COVID-19 senza dover tornare a lockdown generalizzati o locali è fondata sulla individuazione tempestiva dei casi e la rapida tracciabilità dei contatti per testarli ed isolarli in caso di positività.  Il Centro Salute Globale (CSG) Regione Toscana sta promuovendo una campagna di vaccinazione (Progetto I.C.A.R.E) rivolta a Popolazione dei Titolari o Richiedenti Protezione Internazionale (RTPI), uomini, donne e minori, soggetti vulnerabili. Nella Regione Toscana, insieme al CSG, sono coinvolte le 3 AUSL nella definizione di un percorso integrato multidisciplinare di assistenza territoriale, un percorso omogeneo sul territorio nazionale ma che rispecchi le specificità locali. È in fase di definizione un calendario integrato tra ETS e personale sanitario USCA per organizzare una serie di interventi in situ di sensibilizzazione sul tema del vaccino, per raccogliere le disponibilità e successivamente per organizzare la somministrazione delle dosi vaccinali presso i centri gestiti dagli ETS e con la loro collaborazione. Le attività partiranno da settembre sul territorio fiorentino, per allargarsi poi successivamente nelle altre zone dell’area metropolitana.

I dati di diversi paesi evidenziano le disuguaglianze nel tasso di vaccinazione contro il COVID-19 nelle popolazioni migranti, nelle minoranze etniche e nelle fasce di popolazione a basso reddito. Al fine di promuovere uno scambio di buone pratiche emergenti e di lezioni apprese sull’equa diffusione della vaccinazione contro il COVID-19 nei paesi dell’UE/SEE, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha tenuto un webinar il 23 giugno 2021. Il webinar ha coinvolto sia le autorità sanitarie pubbliche nazionali che la società civile, dalle istituzioni dell’UE, dell’OMS, dell’UNICEF, all’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, Istituto Superiore di Sanità (ISS), Istituto Belga per la Salute, alla Piattaforma per la Cooperazione Internazionale sui Migranti Non Documentati (PICUM), e la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senzatetto (FEANTSA). Evidenziando così anche gli sforzi dell’UE per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso ai vaccini COVID-19 allo stesso prezzo e allo stesso tempo. A conclusione del webinar, sono state prodotte sette buone pratiche per affrontare l’accesso iniquo ai vaccini COVID-19, sottolineando che la maggior parte di queste è già in fase di attuazione in alcuni Stati membri; e che si tratta in ogni caso di opzioni possibili da prendere in considerazione da parte delle autorità nazionali e delle parti interessate della società civile. Tanto più che i seguenti documenti dell’UE hanno già stabilito il sostegno e volontà politica a concentrarsi sui gruppi vulnerabili e garantirne la parità di accesso alla vaccinazione.

Infine, segnaliamo il progetto SECONDI – Sorveglianza Epidemiologica del COvid Nelle popolazioni Difficili da monitorare che si è aggiudicato il primo posto in graduatoria al Bando della Regione Toscana “Ricerca Covid 2019” (ID 18874 – ns Rf Int. 112-20FI). Il progetto punta a creare una sorveglianza permanente del virus SARS_CoV_2 nei soggetti vulnerabili e marginali, attraverso la regia condivisa dell’intervento di un network di associazioni di volontariato ed ETS (Anelli Mancanti, Croce Rossa Italiana, Medici per i Diritti Umani, CAT Cooperativa sociale, CARITAS, Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta, Fondazione Bartolomei Corsi) che hanno professionalità ed esperienze sanitarie consolidate con questo tipo di popolazione presente nell’area metropolitana fiorentina allargata ai Comuni di Pistoia. Il progetto operativamente prevede di effettuare uno screening del virus SARS_CoV_2 e dei virus dell’epatite C e B su 1.500 soggetti in due anni, utilizzando i testi sierologici rapidi con puntura del dito; si prevede anche di valutare gli effetti che il contagio e le misure correlate hanno generato in questa popolazione, attraverso una ricerca qualitativa con interviste strutturate, condotte con il supporto metodologico dell’Osservatorio per la Qualità e l’Equità di ARS.

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