MINORI E WEB – LA RICERCA DI TELEFONO AZZURRO & DOXA KIDS 2020

data di pubblicazione:

13 Febbraio 2020

Il Telefono Azzurro ha voluto fotografare, in collaborazione con Doxa Kids, la percezione di genitori e insegnanti nel rapporto minori/utilizzo del web e dei social, ricavandone una forte richiesta di ricevere informazioni e formazione sul tema, sempre in evoluzione, della tecnologia e dei giovani.
La ricerca di Telefono Azzurro si è focalizzata sulla centralità degli adulti come figure di riferimento per i bambini e gli adolescenti e ha indagato il loro punto di vista.
Anoressia, autolesionismo, suicidio: i contenuti online che suscitano più preoccupazione.
La ricerca di Telefono Azzurro e Doxa Kids evidenzia come tra le paure dei genitori rispetto al digitale, ci sia quella che i propri figli incontrino contenuti che esaltino l’anoressia, l’autolesionismo, il suicidio (21%), oppure che siano esposti a contenuti pornografici (18%), o immagini drammatiche o violente.
Anche tra gli insegnanti emerge un quadro simile: 1 insegnante su 5 teme che gli studenti possano incontrare contenuti che inneggiano a pratiche anticonservative e la stessa proporzione teme che i ragazzi possano visionare contenuti pornografici.
Quando ai genitori capita di vedere insieme ai figli immagini drammatiche sui media, nel 71% dei casi cercano di iniziare un dialogo sul tema, quasi 1 su 4 pensa che i bambini e i ragazzi siano abituati a questo genere di contenuti (23%), o ancora, nel 9% dei casi, non si preoccupano poiché non credono che possano avere un effetto negativo.

La pornografia online
Rispetto alla fruizione di contenuti pornografici, il 58% dei genitori crede che i coetanei dei propri figli fruiscano moderatamente di tali contenuti, mentre quasi 1 su 10 ritiene che l’utilizzo di tale materiale da parte dei più giovani sia molto diffuso.
Sicuramente, il materiale pornografico presente in Rete è considerato come potenzialmente dannoso. Infatti, il 41% dei genitori e il 43% degli insegnanti ritiene che bloccare i siti pornografici e/o violenti contribuirebbe a rendere più sicura la vita online dei ragazzi.
Dalle interviste al campione degli insegnanti, emerge come solo il 6% non pensa che il tema dell’uso della pornografia sia un compito della scuola. D’altra parte, il 67% ritiene che la scuola abbia un ruolo centrale nell’affrontare tali argomenti e il 28% vorrebbe iniziare un dialogo con i propri studenti, ma non sa come affrontare un tema così delicato.

L’età di accesso ai social
Oggetto di grandi discussioni e dibattiti a livello mondiale, l’età di accesso ai social non coincide necessariamente con la consapevolezza di utilizzo di questi ultimi. Nel 48% dei casi, i genitori intervistati ritengono che i ragazzi siano in grado di utilizzare in maniera consapevole i social dai 16 anni, la soglia dei 13 anni è riconosciuta dal 26% dei genitori, mentre un importante 16% dichiara che la consapevolezza sia acquisibile una volta raggiunta la maggiore età.
Nonostante esprimano diffidenza rispetto alla consapevolezza dei ragazzi nell’online, al 45% dei genitori è capitato almeno una volta di permettere l’utilizzo al figlio/a di un’applicazione senza verificarne il limite di età per l’utilizzo.

Il ruolo della scuola
I genitori richiedono, come d’altronde i loro figli, una scuola più digitale. Tra le aspettative, c’è quella che a scuola si insegni a proteggersi dai rischi dell’online (39%), e che gli insegnanti siano più aggiornati sulle tecnologie (22%), ma anche che la tecnologia sia presentata e utilizzata, all’interno della classe, come un potente supporto all’apprendimento, alla ricerca, allo sviluppo di competenze. Allo stesso modo, il 43% degli insegnanti concorda con questa visione e, nella scuola del futuro, vede una maggiore attenzione alle innovazioni tecnologiche.
Quanto se ne parla a casa e quanto spazio si riesce a dedicare, tra le mura domestiche, ai discorsi sul disagio dei ragazzi?
Al 42% dei genitori è capitato di parlare ai propri figli di bullismo, al 38% di cyberbullismo, al 22% di fake news. Si parla meno di tematiche relative all’area della sessualità, come per esempio l’orientamento sessuale (15%), il sexting (14%), rapporti intimi e contraccezione (13%), sextortion (6%).
Quanto queste discussioni varcano il portone delle scuole? Il 51% degli insegnanti riferisce di aver parlato di bullismo in classe, il 35% di cyberbullismo, solamente il 13% di problemi relativi alla sessualità e un esiguo 5% ha discusso con i propri studenti di sexting.
Tuttavia, il 54% dei genitori riferisce di non aver mai parlato di alcuni temi con i propri figli. Tra le motivazioni sottostanti indicano di non sapere come iniziare il discorso su argomenti così delicati (16%), oppure ammettono di non conoscere bene le tematiche (6%).

Il bisogno di competenze
Tornando sulle conoscenze dei genitori in tema di digitale e sul focus della formazione, il 30% dei genitori intervistati dichiara di non avere adeguate competenze sulle tematiche dell’online. Tra i temi sui quali sentono di avere più bisogno di informazione/formazione, troviamo: il cyberbullismo (24%), il bullismo (24%), il suicidio e l’autolesionismo (19%), l’hate speech (19%), il sextortion (19%) e il sexting (6%), la privacy nell’online (17%).
Approfondendo le risposte date dai genitori, emerge come gli argomenti sui quali hanno già avviato un dialogo a casa siano proprio quelli sui quali sentono più bisogno di ricevere informazioni, probabilmente per necessità di rispondere in modo adeguato alle richieste, ai bisogni e alle esigenze dei propri figli.
Allo stesso modo, anche gli insegnanti esprimono un bisogno di formazione sia sul piano delle tematiche, sia nella conoscenza delle procedure di gestione di situazioni di disagio. Il 46% degli insegnanti pensa, infatti, di non aver ricevuto un’adeguata formazione sui possibili percorsi di segnalazione di casi di violenza, pericolo e/o pregiudizio.
Il 42% non pensa di aver ricevuto un’adeguata formazione sui rischi e sulle opportunità del digitale. A tal proposito, 1 docente su 2 sente il bisogno di fruire di risorse formative sulla salute mentale di bambini e adolescenti, un consistente 40% esprime la necessità di ricevere formazione in ambito di tecnologie digitali e sicurezza online, il 36% sul bullismo e il 18% sugli abusi e i maltrattamenti a danno di bambini e adolescenti.
I docenti considerano utili diverse opzioni formative e di aggiornamento: corsi in presenza (54%), pacchetti formativi online (37%), siti internet con consigli e risorse (31%), incontri con i genitori (26%). Oltre ciò, un insegnante su 5 pensa che una linea telefonica dedicata a questo tipo di problematiche potrebbe essere utile al mondo dei docenti, al fine di chiarire dubbi e chiedere supporto competente.

I DATI DEL CENTRO DI ASCOLTO E CONSULENZA 1.96.96
Telefono Azzurro, tramite la linea telefonica gratuita 1.96.96, la chat, l’e-mail e i canali del Web, durante l’anno 2019, ha offerto ascolto e consulenza a diverse richieste di aiuto da parte di bambini, adolescenti e adulti relative anche a problematiche inerenti l’utilizzo di Internet.
Nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2019, la helpline di Telefono Azzurro ha gestito 157 casi riguardanti problematiche relative all’online. Ciò significa che gli operatori del Centro di Ascolto e Consulenza 1.96.96 hanno gestito circa 15 casi al mese di questo tipo e circa 1 caso ogni due giorni.
Per favorire la lettura dei dati si precisa che ogni singolo caso gestito, richiesta di aiuto e segnalazione, può contenere molteplici motivazioni. Ad esempio, un minore vittima di cyberbullismo (motivazione primaria del contatto), può altresì riferire di essere stato coinvolto in situazioni di sexting (motivazione secondaria). Pertanto, al fine di delineare un quadro dettagliato dei casi inerenti l’area delle problematiche sottese ad Internet, nell’analisi dei dati sono prese in considerazione sia la motivazione primaria del contatto, che quelle secondarie.
La segnalazione di questo tipo di problematiche nel 68% dei casi avviene tramite telefono, ma anche la chat risulta essere un canale particolarmente utilizzato (26%).
Rispetto alle motivazioni delle richieste di aiuto relative all’online, il cyberbullismo risulta essere la problematica più frequente (21,2%), seguito dal sexting (10,1%) e dalla violazione della privacy (6,5%). Successivamente, si trovano le richieste di aiuto per il fenomeno dell’adescamento di adulto su minore (5,7%) e per la dipendenza da Internet (3,4%).
I minori coinvolti nelle situazioni di difficoltà sono nel 64% dei casi di genere femminile, mentre nel 36% dei casi di genere maschile. Inoltre, la maggior parte dei minori che contattano la linea di ascolto per ricevere aiuto e supporto per questioni relative all’utilizzo di Internet o accadute nell’online, è preadolescente o adolescente. Infatti, nel 45% dei casi gestiti si tratta di ragazzi nella fascia di età 15-17 anni, mentre il 47% dei casi riguarda ragazzi nella fascia di età 11-14 anni. I bambini sotto i 10 anni equivalgono al 7% dei casi gestiti.
Il responsabile della situazione di disagio, qualora il caso riguardi situazioni che prevedano la presenza di una o più persone coinvolte, è in quasi 1 caso su 2 un amico, nell’11% dei casi una persona adulta estranea al minore, nel 9% dei casi un estraneo minorenne e nell’8% dei casi un conoscente del bambino/ragazzo.
Per quanto riguarda la provenienza di tali segnalazioni, la Regione dalla quale proviene la maggior parte di questi casi risulta essere il Veneto (20,8%), seguita dalla Lombardia (16,1%), dal Lazio (15,5%), dall’Emilia Romagna (8,9%) e dal Piemonte (5,7%).
In quasi un caso su 10, è stato ritenuto opportuno il coinvolgimento di agenzie e Servizi sul territorio, al fine di garantire un coordinamento multi-disciplinare e una maggiore efficacia nella gestione della problematica e l’eventuale presa in carico. Tali attivazioni hanno riguardato le Forze di Polizia (41,7%), i Servizi Sociali (25%), le Procure e i Tribunali (20,8%) e il Servizio Sanitario Nazionale (12,5%).

I DATI DEL SERVIZIO 114 EMERGENZA INFANZIA
Il 114 Emergenza Infanzia è un servizio di emergenza rivolto a tutti coloro vogliano segnalare una situazione di pericolo e di emergenza in cui sono coinvolti bambini e adolescenti, promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia – Presidenza del Consiglio dei Ministri e gestito da SOS Il Telefono Azzurro Onlus, dal 2003, anno della sua istituzione. Il Servizio offre un collegamento in rete con le Istituzioni e le strutture territoriali competenti in ambito sociale, giudiziario e di pubblica sicurezza, seguendo un modello multi-agency. L’obiettivo è costruire una vera e propria rete di protezione intorno alla vittima.
Nel 2019, Telefono Azzurro, tramite il Servizio 114 Emergenza Infanzia, ha gestito 76 casi relativi a problemi connessi al mondo digitale o accaduti nell’online, equivalenti al 4% del totale dei casi gestiti dal servizio. Il 16,2% delle segnalazioni riguarda situazioni di adescamento di adulto su minore, il 13,1% pedo-pornografia online, più di 1 caso su 10 (11,1%) problematiche relative al sexting e il 9,1% cyberbullismo.
Analizzando il genere dei minori coinvolti nelle situazioni segnalate, non si riscontrano differenze nella prevalenza dei maschi (49%) e femmine (51%).
Per quanto riguarda l’età, la maggior parte dei minori coinvolti fa parte della fascia 11-14 anni (63%), il 28% appartiene alla fascia 15-17 e il 9% è minore dei 10 anni di età.
Il responsabile di tali situazioni di emergenza è, nel 44% dei casi, un adulto estraneo al bambino, nel 28% un amico del minore e nell’8% un conoscente.
La Regione da cui provengono più segnalazioni è la Lombardia (22%), seguita dalla Toscana (16%), dal Lazio e dal Piemonte (entrambi 11%) e dalla Sardegna (9%).
Le attivazioni dei Servizi e delle Agenzie sul territorio hanno riguardato le Forze di Polizia (89%), i Servizi Sociali (4%), le Procure e i Tribunali (4%) e il Servizio Sanitario Nazionale (4%).

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