I RISCHI DELLE SIGARETTE ELETTRONICHE – Risultati di ricerche

data di pubblicazione:

16 Dicembre 2019

La sigaretta elettronica è un dispositivo nato con l’obiettivo di fornire un’alternativa al consumo di sigarette, sigari e pipe, e di conseguenza diminuire – possibilmente cessare – l’abitudine al fumo e la sua dipendenza. I sistemi elettronici di erogazione della nicotina (ENDS – Electronic Nicotine Delivery Systems) si basano sul riscaldamento di una soluzione (e-liquid) con lo scopo di creare un aerosol che viene aspirato dal fumatore. Vi sono vari tipi di sigarette elettroniche da quelle che hanno la forma di una sigaretta o di una pipa, ad altre che sono di diversa forma e di maggiori dimensioni.
Il liquido che viene riscaldato all’interno delle sigarette elettroniche contiene nicotina, aromi e altre sostanze chimiche di base – come glicole propilenico e/o glicerina – che aiutano a produrre l’aerosol.
Chi fuma sigarette elettroniche aspira non solo nicotina ma una serie di altri prodotti: glicoli, aldeidi, composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici, particelle ultrafini che possono essere inalate in profondità nei polmoni, metalli pesanti, come nichel, stagno, piombo e additivi come il di acetile. Le sigarette elettroniche possono essere utilizzate per fornire marijuana col suo componente tetraidrocannabinolo (THC) e altre droghe.

Il mercato globale delle ENDS era stimato nel 2015 in circa 10 miliardi di dollari, in larga parte concentrato negli USA (56%) e UK (12%). La restante parte distribuita tra Cina, Francia, Germania, Italia e Polonia. ENDS è entrata nel mercato degli Stati Uniti nella metà degli anni 2000 e il suo utilizzo nei giovani è stato monitorato dal National Youth Tobacco Survey.
Dal 2011 al 2018, l’uso di sigarette elettroniche è aumentato dall’1,5% al 20,8% tra gli studenti delle scuole superiori (da 220.000 a 3,05 milioni di studenti).
I rischi per la salute da svapo sono generalmente inferiori rispetto a quelli provocati dal fumo tradizionale di tabacco, tuttavia, particolarmente negli USA, si stanno moltiplicando le segnalazioni di patologie polmonari EVALI, associate appunto al consumo di sigarette elettroniche. Il quadro patologico dell’EVALI è caratterizzato da un danno del polmone profondo con iniziale interessamento dei bronchioli respiratori e poi di tutto il lobulo polmonare che può essere interessato diffusamente, presentando il quadro radiologico di addensamento polmonare compatto o solo parzialmente, presentandosi così con la tenue opacità nota come “area a vetro smerigliato” (GGO – Ground Glass Opacità). Altra caratteristica del danno da svapo è quella di ritrovare nel lavaggio bronco-alveolare (BAL) macrofagi riempiti da materiale oleoso, come avviene nella polmonite lipoide. Non è semplice identificare i responsabili di tale patologie poiché la tipologia di sostanze tossiche contenute nell’aerosol varia enormemente tra le innumerevoli marche di sigarette elettroniche (basti pensare che sono stati descritti ben 8 mila diversi tipi di aromi). E la tossicità delle sostanze varia anche in relazione alla temperatura a cui è sottoposto il liquido. Attualmente l’acetato di Vitamina-E rappresenta la sostanza che più di altre è sospettata di essere il principale responsabile del danno polmonare da svapo, anche se non è ancora completamente noto l’effetto di molte altre sostanze presenti nella sigaretta elettronica.
Al 5 novembre 2019 da 49 stati USA (tutti tranne Alaska) sono stati segnalati alla CDC (Center of Diseases Control and Prevention) 2.051 casi di EVALI; sono stati confermati complessivamente 39 decessi. “Le ultime rilevazioni nazionali e statali suggeriscono che i prodotti contenenti THC (tetraidrocannabinolo), in particolare quelli ottenuti da fonti informali come amici, familiari, rivenditori di persona o online, sono collegati alla maggior parte dei casi e svolgono un ruolo importante nell’epidemia“, ha concluso l’agenzia. Il CDC emette un report settimanale su EVALI; l’ultimo aggiornamento del 13 novembre 2019 parla di 2.172 casi che sono stati segnalati da 49 stati (tutti tranne l’Alaska), il Distretto di Columbia e i due territori statunitensi di Puerto Rico e delle Isole Vergini americane; in questi stati sono stati confermati 42 morti da EVALI. I dati indicano che i pazienti con EVALI sono per lo più giovani, maschi bianchi; tra i pazienti con dati disponibili, il 79% aveva meno di 35 anni, il 78% era bianco non ispanico e il 70% era maschio. Inoltre, circa la metà dei casi e due decessi si sono verificati in pazienti di età inferiore ai 25 anni. La situazione negli USA è così preoccupante che la Food and Drug Administration (FDA) sarebbe in procinto di bandire dal mercato tutte le sigarette elettroniche aromatizzate.
Diversa è invece la valutazione sulle sigarette elettroniche data nel Regno Unito dal Public Health England (PHE), agenzia del NHS, che sostiene il ruolo positivo delle sigarette elettroniche, affermando che nel 95% dei casi queste sono più sicure del fumo. Oggi però, dopo le notizie del danno polmonare descritto in USA, Dame Sally, il Chief Medical Officer del Paese, ha espresso preoccupazione ammettendo che lo svapo è una “bomba a orologeria” che potrebbe causare danni a lungo termine – “Lo svapo è molto più sicuro del fumo di tabacco e probabilmente un buon modo per aiutare le persone a smettere. Ma preferirei che non avessimo le sigarette elettroniche aromatizzate perché ciò può attrarre maggiormente i giovanissimi e perché non conosciamo le conseguenze a lungo termine”.

Fonte: Saluteinternazionale.info

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