PARADIGMI SU USO DI SOSTANZE E DIPENDENZE

data di pubblicazione:

13 Febbraio 2015

cpo pavarinLa sociologia della salute può offrire un rilevante contributo disciplinare nella comprensione dei paradigmi che hanno orientato e che orientano il fenomeno droghe e dipendenze. Raimondo Maria Pavarin, sociologo sanitario, è direttore dell’Osservatorio epidemiologico delle dipendenze patologiche dell’ASL di Bologna e autore di numerose pubblicazioni. Nel volume Dal deviante clandestino al consumatore socialmente integrato, Pavarin esamina l’evoluzione socio-storica, oltre che epistemologica, dei principali paradigmi scientifici che nel corso dei decenni hanno offerto  una cornice teorica e interpretativa del consumo di sostanze psicoattive. L’analisi di Pavarin comincia dall’analisi dei paradigmi delle dipendenze che nel ‘900 hanno maggiormente influenzato la ricerca scientifica: vizio/moda, devianza/marginalità, merce, malattia sono i concetti chiave che lungo il ‘900 definiscono il fenomeno. Secondo lo studioso, in chiave storica la teoria dell’etichettamento di Becker è molto rilevante perché per la prima volta descrive l’esperienza degli utilizzatori di sostanze illegali all’interno di un processo sociale di etichettamento, in cui l’uso di sostanze avviene in un’interazione all’interno della quale i consumatori apprendono a “gestire” gli effetti della sostanza stessa, inclusi quelli piacevoli. Anche il concetto di “carriera deviante” coniato da Becker rimane utile per la comprensione dei meccanismi sociali implicati nell’uso di sostanze, poiché l’esperienza concreta del consumatore è fortemente condizionata dai meccanismi e dagli agenti (i cosiddetti “imprenditori morali”) di controllo sociale.

Dal punto di vista sociale e storico, è solo negli anni ’60, con la diffusione di massa di cannabis e con l’emergere delle prime subculture legate a specifiche sostanze, che il significato sociale dell’uso di sostanze diventa una variabile realmente significativa nell’analisi del fenomeno. Nei decenni successivi, l’aumento e la diversificazione dei consumi di sostanze, alla pari dei mutamenti dello status attribuito ai giovani, influenzano i nuovi paradigmi sul fenomeno droghe. Pavarin si sofferma sul paradigma della normalizzazione (Parker et al, 1998), riassumibile da cinque fattori: accesso e disponibilità delle sostanze; l’aumento della quota, fra adolescenti e giovani adulti, di consumatori; l’aumento dei soggetti sia con uso recente sia con uso regolare; la maggiore tolleranza sociale verso il consumo ricreazionale; il livello di adattamento culturale a tale consumo. Tuttavia tale paradigma è stato variamente criticato, in particolare viene imputato di trascurare le dimensioni strutturali dell’uso di sostanze e di enfatizzare in modo eccessivo il ruolo della ricerca del piacere nelle esperienze concrete dei consumatori.

Completa il volume una sintetica ricostruzione dei recenti cambiamenti dei modelli di consumo di sostanze, oltre alla sintesi di alcune interessanti ricerche volte a indagare i modelli emergenti di consumo di sostanze, incluse le nuove sostanze, gli eterogenei profili sociali dei consumatori e i nuovi contesti di consumo (rave, locali pubblici ecc).

Pavarin R. M., 2012, Dal deviante clandestino al consumatore socialmente integrato, Clueb, Bologna.

Disponibile c/o CESDA.

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