Social media e salute mentale: uno studio USA

un utilizzo precoce dello smartphone può avere conseguenze negative anche in età adulta

Secondo lo studio un utilizzo dello smartphone prima dei 12 anni potrebbe portare ad avere più pensieri suicidi, atteggiamenti aggressivi, distacco dalla realtà, difficoltà nella regolazione emotiva e una bassa percezione di sé tra i 18 e i 24 anni.

data di pubblicazione:

7 Ottobre 2025

Utilizzare precocemente uno smartphone, e quindi avere accesso ai social media disponibili, è collegato a un cambiamento profondo nella salute mentale e nel benessere in età adulta.

E’ quanto riferisce la neuroscienziata Tara Thiagarajan, fondatrice di Sapien Labs e autrice principale di uno studio su giovani e utilizzo dei dispositivi.

Secondo lo studio un utilizzo dello smartphone prima dei 12 anni potrebbe portare ad avere più pensieri suicidi, atteggiamenti aggressivi, distacco dalla realtà, difficoltà nella regolazione emotiva e una bassa percezione di sé tra i 18 e i 24 anni.

I risultati dello studio sono “(…) stati ottenuti attraverso lo strumento MHQ (Mind Health Quotient), una scala che valuta il benessere sociale, emotivo, cognitivo e fisico.

Essi mostrano un chiaro legame tra età di primo accesso allo smartphone e salute mentale in età adulta. Più precoce è stata l’esposizione, più bassi sono stati i punteggi”.

“Allo stesso modo, la percentuale di giovani considerati in stato di disagio – ovvero con almeno cinque sintomi severi – è cresciuta del 9,5% tra le ragazze e del 7% tra i ragazzi. Il fenomeno è risultato omogeneo in tutte le regioni del mondo, confermando l’esistenza di una finestra di vulnerabilità comune nei primi anni dell’adolescenza“.

Inoltre lo studio “(…) ha indicato che l’accesso precoce ai social media spiega circa il 40% dell’associazione tra uso infantile dello smartphone e disagio mentale in età adulta.

Seguono le relazioni familiari disfunzionali, che contano per il 13%, i disturbi del sonno per il 12% e il cyberbullismo per il 10%. Secondo i ricercatori, la pandemia da COVID-19 potrebbe aver contribuito ad amplificare queste dinamiche, ma la costanza delle tendenze osservate su scala globale indica un impatto di natura più ampia e strutturale.

Gli autori dello studio precisano che al momento non esistono prove conclusive di un nesso causale diretto tra possesso precoce dello smartphone e disagio psichico, ma aggiungono che “l’entità del danno potenziale è troppo grande per essere ignorata”, sostenendo che un approccio precauzionale è giustificato”.

Thiagarajan conclude osservando che “le nostre evidenze indicano come il possesso di uno smartphone durante l’infanzia, vera e propria porta d’ingresso agli ambienti digitali guidati dall’intelligenza artificiale, stia compromettendo profondamente la salute mentale in età adulta, con ricadute profonde sulla capacità decisionale individuale e sul benessere sociale”.

 

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