In un articolo pubblicato sulla rivista Dal Fare al Dire, il direttore scientifico Alberto Arnaudo commenta due significative novità terapeutiche per il trattamento della dipendenza da oppiacei. La prima è l’impianto sottocutaneo di buprenorfina (sixmo 74,2 mg impianto), autorizzato da AIFA nel giugno 2021, in grado di rilasciarla in modo sicuro e continuo per sei mesi, la seconda è l’imminente commercializzazione del metadone in compresse. Nel primo caso, secondo la scheda tecnica citata da Arnaudo: “Ogni dose consiste di quattro impianti per inserimento sottocutaneo sul lato interno del braccio. Gli impianti Sixmo sono destinati a rimanere in sede per 6 mesi di trattamento e rilasciano buprenorfina in modo continuativo. Essi vengono rimossi al termine del sesto mese“. Sixmo è indicato per la terapia sostitutiva nella dipendenza da oppioidi in pazienti adulti clinicamente stabili che necessitano di non più di 8 mg/die di buprenorfina sublinguale, nell’ambito di una terapia medica, sociale e psicologica.
Anche se la commercializzazione del farmaco a lunga azione è appena iniziata in Italia, vi sono aspettative sul fatto che possa in parte cambiare le terapie agoniste degli oppiacei. Secondo Arnaudo: “L’affiancamento necessario a valenza chirurgica della tecnica di impianto potrà permettere l’ulteriore vantaggio collaterale di far emergere una parte delle terapie delle dipendenze dall’ambienete ambulatorale ricnhiuso e spesso stigmatizzante dei SerD, per interconnetterle con ambiti specialistici di estrazione molto diversa, contribuendo in tal modo a un effetto de-stigmatizzante della patologia”.
Arnaudo Alberto, Terapie agoniste degli oppiacei. I nuovi oizzonti, Dal Fare al Dire, Numero speciale, 2022, pp. 26-27
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