L'EPOCA DELLE DIPENDENZE: RECENSIONE DEL VOLUME DI COURTWRIGHT

data di pubblicazione:

17 Febbraio 2021

Sul blog della Società Italiana delle Dipendenze è presente una recensione del prof. Paolo Nencini del volume dello storico David Courtwright, “The age of addiction. How bad habits became big business” (Harvard University Press 2019, 325 pagine). Courtwright è un importante storico, autore nel 2001 del volume “Forces of habit. Drugs and the making of the modern world”, che nella nuova pubblicazione esamina, alla luce dei progressi tecnologici, l’impatto sociale ed economico delle sostanze psicoattive, del cibo ipercalorico, della pornografia, del gioco d’azzardo e dell’uso di internet. Secondo la lettura di Nencini, una tesi centrale del volume è considerare come ciò che denomina “capitalismo limbico” sia alla base del ricco mercato della gratificazione cerebrale, che così definisce: “un sistema tecnologicamente avanzato, ma regressivo dal punto di vista sociale del sistema di business nel quale le industrie globali, spesso con l’aiuto di governi complici e delle organizzazioni criminali, incoraggiano il consumo eccessivo e la dipendenza“. Il capitalismo limbico sarebbe così la chiave di interpretazione non solo per il consumo e le dipendenze associate alle sostanze psicotrope, ma anche per comprendere l’espandersi del gioco d’azzardo in industria.

Secondo Nencini, in conclusione: “In definitiva in questo suo ultimo libro Courtwright si pone l’obiettivo ambizioso di calare la vulnerabilità psicobiologica agli stimoli gratificanti nella realtà sociale, economica e politica di questo ultimo secolo, argomentando in maniera lucida e documentata ciò che in molti percepiscono e cioè di come la crudeltà di un sistema economico globale sfrutti senza remore tale vulnerabilità attraverso l’offerta sempre più diversificata di stimoli gratificanti, scaricando sulla società i costi delle conseguenze, mentre i decisori politici continuano a perseguire, schizofrenicamente, l’illusorio obiettivo della eradicazione del consumo di certe sostanze psicotrope e a sfruttare con la tassazione il consumo di altre sostanze e le molte altre cattive abitudini, il gioco d’azzardo prima di tutto.”

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