Le stanze del consumo in Europa

le stanze rientrano pienamente nella Riduzione del danno

Nella sola Europa oggi sono attive 102 Stanze, in 14 Paesi, dalla prima di Berna, nel 1986, all’ultima a Nova Goriza, Slovenia, del 2024. Sono 40 anni di esperienze, efficacia, validazione, pochi altri servizi sono stati così monitorati e studiati. Sono incluse nella Strategia europea e nelle raccomandazioni dell’Euda, agenzia EU sulle droghe.

data di pubblicazione:

22 Novembre 2025

In un articolo pubblicato sul sito de il manifesto Susanna Ronconi, per conto di Forum Droghe, si interroga sulla presenza in Europa delle stanze del consumo.

Una presenza che però manca in Italia, a causa di una scelta politica diversa sul tema delle droghe. L’esperienza delle stanze del consumo comincia nella città di Berna nel 1986, e continua ancora oggi a Nova Goriza, Slovenia, dove nel 2024 è stata aperta l’ultima in ordine di tempo.

Queste stanze fanno parte di una serie di interventi che sono riuniti sotto la sigla RdD, ossia Riduzione del Danno. Si tratta di un insieme di interventi sanitari, sociali ed economici rivolti ai consumatori di droghe, di cui fanno parte anche il drug checking e la distribuzione di siringhe e pipette per il consumo di sostanze. Tutti interventi che nel 2017 sono stati inseriti nei LEA, i Livelli essenziali di assistenza, volti a limitare i danni derivanti dall’uso di sostanze psicoattive e altri comportamenti a rischio.

Se pratiche come la distribuzione di siringhe e pipette pulite esistono in alcune regioni d’Italia, ancora le stanze sono assenti nel paese.

Secondo Ronconi questa assenza è dovuta al fatto che, come per altri interventi della RdD, “(…) si punti sullo sviluppo – e sulla legittimazione – delle competenze di chi usa nel controllare il proprio consumo, mantenendolo a basso rischio, funzionale e sostenibile. E che si costruisca un contesto e dei servizi che queste competenze le sostengono e promuovono”.

Una filosofia di intervento che sostiene il fatto “(…)  che a certe condizioni – di contesto culturale, sociale, legale e di politica degli interventi – con il consumo di sostanze si può convivere”. Pratiche che si scontrano con interventi sanitari e sociali che non contemplano nessun uso di droghe.

In Europa però la presenza di ben 102 stanze del consumo racconta un’altra realtà per Ronconi.

” Nella sola Europa oggi sono attive 102 Stanze, in 14 Paesi, dalla prima di Berna, nel 1986, all’ultima a Nova Goriza, Slovenia, del 2024. Sono 40 anni di esperienze, efficacia, validazione, pochi altri servizi sono stati così monitorati e studiati. Sono incluse nella Strategia europea e nelle raccomandazioni dell’Euda, agenzia EU sulle droghe.

Gli obiettivi per chi usa – evitare overdose e altri danni, usare in modo igienico e sicuro, garantire la privacy, stare in contatto con i servizi – e per la comunità locale – diminuire l’uso a scena aperta, prevenire e mediare i conflitti negli spazi urbani – sono così soddisfacenti che nei decenni le Stanze sono sempre state mantenute attive e sono state moltiplicate (Berlino ne ha 8, Barcellona 11), adeguandosi ai cambiamenti degli stili di consumo: oggi sono attrezzate non solo per l’uso iniettivo ma anche per quello tramite inalazione, come per il crack”.

In Italia in tentativo di aprire la prima stanza del consumo, a Torino nel 2006/2007, non ebbe successo a causa di motivi legali. Oggi, dietro la spinta amministratori locali – come quelli della rete delle città ELIDE, per politiche innovative sulle droghe – operatori, associazioni, organizzazioni delle persone che usano e comitati di quartiere, è tornata forte la spinta nella direzione di aprire questi servizi.

Tanto che “(…) l’Università di Torino, Dipartimento di Cultura Politica e Società, si appresta a studiare per la prima volta in Italia la fattibilità anche giuridica delle Stanze.

 

 

 

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