Giovani e utilizzo dei dispositivi digitali: un rapporto

L'esposizione ai contenuti online dei giovani deve essere maggiormente monitorata e oggetto di ulteriori studi

L'uso problematico dei media digitali si verifica quando i bambini hanno difficoltà a gestire il loro tempo online, sentendosi costretti a continuare anche quando ciò interferisce con le responsabilità quotidiane o il loro benessere. In alcuni casi, questo può portare a un uso eccessivo o a comportamenti simili alla dipendenza

data di pubblicazione:

23 Luglio 2025

Sul sito OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) è uscito il rapporto dal titolo: Come sta la vita dei bambini nell’era digitale?

Il rapporto offre una panoramica sullo stato attuale della vita dei bambini nell’ambiente digitale nei paesi OCSE, sulla base dei più recenti dati transnazionali.

I bambini di oggi crescono in un’era di rapida digitalizzazione, che ha un impatto significativo sul loro sviluppo e sulla loro vita quotidiana. L’età dei primi utilizzi dei media digitali si è assestata intorno ai 10 anni e circa il 70% di loro possiede uno smartphone.

Se si passa ai ragazzi/e più grandi l’accesso ai dispositivi digitali è pressoché universale. Secondo i dati PISA 2022, in media il 96% dei quindicenni nei paesi OCSE aveva accesso a un computer fisso, portatile o tablet a casa, mentre il 98% aveva uno smartphone con connessione Internet. Inoltre, in quasi tutti i paesi, almeno il 50% dei quindicenni trascorreva 30 o più ore a settimana sui dispositivi digitali, con una minoranza significativa – che va dal 10% in Giappone al 43% in Lettonia – che ha dichiarato di trascorrere 60 o più ore online.

Di fronte a questi dati è importante non solo capire quali sono le opportunità di apprendimento, creatività e relazioni sociali che offrono i media digitali, ma anche quali sono “(…) i potenziali effetti negativi sul loro benessere. I rischi includono la riduzione delle interazioni faccia a faccia, l’esposizione a contenuti e comportamenti dannosi, l’abuso online e gli impatti negativi sul sonno, sull’attività fisica e sulla salute fisica e mentale generale”.

“L’uso problematico dei media digitali si verifica quando i bambini hanno difficoltà a gestire il loro tempo online, sentendosi costretti a continuare anche quando ciò interferisce con le responsabilità quotidiane o il loro benessere. In alcuni casi, questo può portare a un uso eccessivo o a comportamenti simili alla dipendenza.

La ricerca suggerisce che tale uso aumenta il rischio di depressione, ansia, solitudine, difficoltà accademiche, problemi di immagine corporea e disturbi del sonno, con le ragazze spesso più colpite. Inoltre, alcuni fattori aumentano il rischio di danni nell’ambiente digitale, tra cui un confronto sociale più intenso, l’esposizione a immagini idealizzate e il cyberbullismo”.

Anche altri “(…) fattori personali e ambientali nel mondo non digitale possono rendere i bambini più vulnerabili all’uso problematico dei media digitali. Tra questi, scarso interesse per l’attività fisica, problemi comportamentali, deboli legami sociali, avversità familiari (ad esempio, maltrattamenti, conflitti genitoriali, scarsa genitorialità) e scarso benessere psicologico”.

Il report sostiene che se da una parte è necessario sempre più capire in che modo i fattori offline contribuiscano o proteggano dall’uso problematico dei media digitali e dal suo impatto sul benessere, dall’altra è importante capire quali opportunità offrono le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale (IA) e la realtà virtuale (VR).

Per verificare queste ipotesi è comunque necessario raccogliere più dati sulle attività digitali dei bambini e sul loro impatto sul benessere, al fine di orientare sempre più azioni efficaci e garantire  politiche al passo con l’evoluzione dei cambiamenti tecnologici e delle pratiche digitali.

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