il futuro dei serd: l’appello delle società scientifiche

secondo le società scientifiche promotrici dell'appello, l’ipotesi di “psichiatrizzare” le patologie da dipendenza non poggia su un razionale tecnico-scientifico né gestionale

l'appello sottolinea che non sono esigenze di tipo tecnico-scientifico a motivare l'accorpamento dei Dipartimenti delle Dipendenze con i Dipartimenti di Salute Mentale

data di pubblicazione:

2 Luglio 2025

Di seguito, i passi principali dell’appello delle Società scientifiche del settore delle dipendenze, intitolato “Autonomia è garanzia di qualità delle cure”. L’appello prende origine dalle proposte di accorpamento dei Dipartimenti e/o i Servizi per le Dipendenze (Ser.D) all’interno dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM).

È parere unanime delle Scriventi Società Scientifiche che l’ipotesi di “psichiatrizzare” le patologie da dipendenza non poggia su un razionale tecnico-scientifico né gestionale. Così facendo, si rischia anzi di ostacolare il pieno raggiungimento degli obiettivi prioritari che il Ministero della Salute ed il Dipartimento Politiche Antidroga fissano per il sistema dei servizi per le dipendenze in base a precise evidenze epidemiologiche di settore.

Se da un lato le due patologie, disturbo mentale e dipendenze, possono condividere alcuni fattori di rischio, dall’altro gli interventi di prevenzione e di trattamento delle stesse non possono essere ricondotti ad un unico modello organizzativo, operativo e gestionale, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e dello sviluppo delle competenze professionali nel campo delle dipendenze, pena il conseguente ed inaccettabile scadimento di appropriatezza ed efficacia.

La proposta di accorpamento (a cui spesso viene dato il più rassicurante nome di “integrazione”) viene solitamente motivata con l’elevata prevalenza nei pazienti in carico presso i Ser.D della cosiddetta “doppia diagnosi”, vale a dire la presenza contemporanea di due disturbi, quello psichiatrico e la dipendenza.

L’accorpamento dei SerD nel Dipartimento unico, secondo i promotori, faciliterebbe la presa in carico di questi pazienti. Da notare come sia sufficiente rilevare il numero di pazienti attualmente in carico ad entrambi i Servizi (Ser.D e CSM), per prendere atto del fatto che la maggior parte dei soggetti con dipendenza non ha un disturbo psichiatrico.

In tale scenario l’accorpamento dei Dipartimenti delle Dipendenze con i Dipartimenti di Salute Mentale non pare affatto dettato da valutazioni che mirano al miglioramento dell’offerta di cura per i cittadini, bensì da considerazioni orientate a contrarre le risorse, a sottovalutare sia il peso epidemiologico delle dipendenze che la necessità che i percorsi terapeutico-riabilitativi dei disturbi correlati alle dipendenze siano pianificati e gestiti da professionisti del settore.”

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