ketamina e cura dell’alcolismo: sperimentazioni in Russia

si tratta di uno studio su più di 1000 pazienti svolto a metà degli anni '80

Nonostante negli anni '60 la terapia psichedelica aveva mostrato essere un beneficio potenziale per il trattamento dell'alcolismo, negli anni '70 non era stato possibile approfondire ulteriormente questi studi a causa delle limitazioni legislative riguardanti l'uso medico delle sostanze psicoattive.

data di pubblicazione:

17 Maggio 2025

L’uso della ketamina in ambito clinico.  E’ questo l’argomento di un articolo originalmente pubblicato sulla rivista Eleusis, nell’Aprile del 1996 e che il sito della Fondazione museo civico di Rovereto ripropone. L’utilizzo degli psichedelici e allucinogeni per il trattamento di alcune patologie (come i disturbi dell’umore) è attualmente oggetto di un intenso dibattito internazionale a livello scientifico e contributi provenienti dagli anni passati possono contribuire ad allargare la base di questa riflessione.

In particolare si tratta di un articolo sul lavoro scientifico realizzato da Evgeny M. Krupitsky e A. Ya. Grinenko, per dimostrare l’efficacia clinica della ketamina (KTP) e i suoi meccanismi di base nel trattamento dell’alcolismo. 

Trattamento che è cominciato nel 1985 e che ha coinvolto più di 1000 persone con problemi di alcolismo in Russia.

Nell’introduzione dell’articolo si evidenzia il fatto che, nonostante negli anni ’60 la terapia psichedelica aveva mostrato essere un beneficio potenziale per il trattamento dell’alcolismo, negli anni ’70 non era stato possibile approfondire ulteriormente questi studi a causa delle limitazioni legislative riguardanti l’uso medico delle sostanze psicoattive.

Ma la proprietà della ketamina di suscitare fenomeni di carattere psichedelico nei pazienti fu utilizzata per la terapia assistita per il trattamento dell’alcolismo.

“La keta­mina possiede alcuni vantaggi rispetto agli altri psi­chedelici come coadiuvante della psicoterapia. Essa è innocua e a breve azione (gli effetti psichedelici durano circa un’ora). Inoltre, la ketamina non rientra nella lista degli psichedelici controllati dalla legge. A basse dosi (da circa un sesto ad un decimo della dose solitamente utilizzata in chirurgia per l’anestesia generale) induce una profonda esperienza psichedelica”.

Il modello psicoterapico proposto dallo studio consisteva “(…) nella preparazione di un paziente alla sessione psichedelica, nel supporto psicoterapeutico durante la se­duta, e in una particolare psicoterapia successiva (Krupitsky, 1992)”.

Allo studio parteciparono 111 persone e per verificare l’efficacia del trattamento con ketamina un anno dopo furono raccolti informazioni su tutti i partecipanti.

” In base a questi dati, l’astinenza di più di un anno è stata osservata in 73 su 111 individui (65,8%) che si erano sottoposti alla KPT; 30 individui (27.0%) erano ricaduti. Non potemmo ottenere dati nei confronti di 8 pazienti (7,2%). Nel gruppo di controllo di 100 pazienti il cui trattamento consisteva solo di metodi convenzionali, solamente 24 pazienti (24%) erano rimasti sobri per più di un anno. Così, i dati dello studio a posteriori dimostravano che la terapia psichedelica assistita con ketamina aumentava l’efficacia del trattamento convenzionale dell’alcolismo.

Sono stati raccolti dati per 81 pazienti due anni dopo che si erano sottomessi alla KPT (poiché al momento dello studio solamente per 81 dei 111 pa­zienti erano trascorsi due anni dal trattamento). In base a questi dati, l’astinenza di più di due anni è stata osservata in 33 degli 81 pazienti (40,7%); 38 pazienti (46,9%) erano ricaduti. Non siamo stati in grado di ottenere i dati per 10 pazienti (12,4%). Infine, sono state raccolte informazioni su 42 pa­zienti 3 armi dopo la terapia con KPT. In base a questi dati, l’astinenza di più di 3 anni è stata os­servata in 14 dei 42 pazienti (33,3%); 24 pazienti (57,2%) erano ricaduti. Non siamo stati in grado di ottenere dati, dopo 3 anni dal trattamento, per 4 pazienti (9,5%). Anche i risultati dell’indagine dopo 2 e 3 anni dal trattamento, sono evidenza dell’elevata efficacia della KPT”.

L’articolo continua spiegando con quale metodo lo studio è stato condotto e quali strumenti sono stati utilizzati per valutare l’efficacia dello stesso.

Nelle conclusioni i ricercatori affermano che, in base ai dati raccolti i pazienti alcolisti trattati non hanno avuto complicazioni quali “(…)  psicosi protratte. flashback, agitazione, o abuso di ketamina. Così, la KPT appare essere un metodo sicuro ed efficace nel trattamento della dipendenza alcolica. Sembra essere un potente strumento spe­cialmente in Russia, dove non si è verificata alcuna rivoluzione psichedelica negli anni ’60, dove quasi nessuno conosce cosa significa psichedelico e dove quasi nessuno può mai immaginare che queste droghe possono essere utilizzate come ricreazione o per divertimento”.

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