Alcohol Prevention Day 2025: il punto della situazione

il nostro Paese è in ritardo e in controtendenza rispetto ai risultati attesi e con incrementi nei consumi

Secondo l’OMS, nel mondo, 2,6 milioni di decessi sono annualmente attribuibili al consumo di alcol, di cui 2 milioni tra gli uomini e 0,6 milioni tra le donne. Le persone di età più giovane (20-39 anni) sono colpite in modo sproporzionato dal consumo di alcol: la percentuale più alta (13%) di decessi attribuibili all’alcol è verificata da anni, costantemente in questa fascia d’età

data di pubblicazione:

26 Aprile 2025

L’Alcohol Prevention Day 2025 raggiunge la sua 24 esima edizione. Una edizione che, secondo un articolo sul sito epicentroiss.it, cade in un momento in cui gli effetti delle prolungate criticità sanitarie dell’era post COVID-19 e dell’impatto sistemico sulla collettività hanno fatto registrare un’esplosione di vulnerabilità e fragilità latenti.

Il consumo di alcol è sempre più causa di “(…) abitudini rischiose e dannose che hanno fatto breccia e dilagano in milioni di consumatori e in strati sempre più ampi di fasce vulnerabili di popolazione che richiedono e sollecitano strategie, azioni, iniziative e misure nazionali, regionali, locali atte, da un lato, a garantire una maggior tutela della salute rispetto alla disinformazione, concausa principale e incontrastata degli effetti negativi di comportamenti non ispirati a stili di vita e consumo salutari e, dall’altro, a spingere verso una rinnovata cultura sanitaria e sociale di sostegno alle scelte informate”.

L’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (ONA-ISS), con la promozione di questa giornata, si propone come spazio per promuovere il lavoro delle organizzazioni internazionali e nazionali, pubbliche e del privato sociale svolte nell’ultimo anno sul tema dell’alcol.

Con questa occasione si intendono fornire”(…) dati, esperienze e materiali di prevenzione atti a favorire e supportare una adeguata cultura di prevenzione basata sul contrasto alle fake news e su livelli  più elevati possibili di tutela della salute, di consapevolezza e di responsabilità individuale e sociale”.

“Secondo l’OMS, nel mondo, 2,6 milioni di decessi sono annualmente attribuibili al consumo di alcol, di cui 2 milioni tra gli uomini e 0,6 milioni tra le donne. Le persone di età più giovane (20-39 anni) sono colpite in modo sproporzionato dal consumo di alcol: la percentuale più alta (13%) di decessi attribuibili all’alcol è verificata da anni, costantemente in questa fascia d’età. I più recenti dati disponibili sul consumo globale di alcol mostrano che circa 400 milioni di persone di età pari o superiore a 15 anni soffrono di disturbi legati all’abuso di alcol e circa 209 milioni soffrono di dipendenza da alcol”.

Di fronte a questi dati Emanuele Scafato, direttore dell’ONA-ISS, sottolinea come nel nostro paese le fasce di popolazione più a rischio di consumi dannosi sono i minori, i giovani, le donne e gli anziani.

Per Scafato “(…) l’accesso al trattamento per le persone con consumo dannoso di alcol e disturbi da uso di alcol (DUA) rimane molto basso con solo 64.856 alcoldipendenti in carico ai servizi del SSN rispetto ai 780.000 in necessità di trattamento. Nel complesso, la percentuale di persone con disturbi da consumo di alcol in contatto con i servizi di trattamento varia da meno dell’1% a non più del 14% in tutti i Paesi in cui questi dati sono disponibili. In Italia solo il 7% dei pazienti in necessità di trattamento è preso in carico dai servizi territoriali.

L’Italia non ha raggiunto gli obiettivi volti a raggiungere una riduzione del consumo pro-capite di alcol, del consumo eccessivo episodico, del consumo dannoso di alcol e della mortalità, target previsti dal Piano d’azione globale sull’alcol dell’OMS, dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) e dal Piano globale di contrasto delle malattie non trasmissibili (NCDs) dell’OMS”.

Per il Direttore dell’ ONA-ISS, il “(…) nostro Paese è in ritardo e in controtendenza rispetto ai risultati attesi e con incrementi dei consumi e dei consumatori dannosi con contestuale significativo ricorso a prestazioni sanitarie che non testimoniano la riduzione della morbilità causata dall’uso delle bevande alcoliche e della mortalità prevalente legata principalmente a oltre 10.000 casi di cancro evitabili e causati dal consumo anche moderato di alcol (tra i quali principalmente cancro del seno nelle donne, del colon-retto negli uomini)”.

Per colmare questo ritardo l’OMS chiede, alle Autorità nazionali, un rinnovato sforzo per incrementare i livelli di consapevolezza sui rischi legati al bere nell’evidenza che non esistono livelli sicuri per la salute di consumo di alcol. Inoltre, sempre l’OMS, chiede strategia alcol zero per i minori, regolamentazione di pubblicità e sponsorizzazione e informazioni in etichetta,  diminuzione del marketing e della disponibilità fisica ed economica di tutte le bevande alcoliche tramite tassazione e politica dei prezzi per un Europa più sicura (SAFER)”.

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