Nuove prestazioni sanitarie gratuite per contrastare i disturbi del comportamento alimentare

le prestazioni sono state introdotte nei LEA, ma serve rifinanziare il fondo ad hoc

In particolare andranno a monitorare e controllare due disturbi alimentari molto diffusi e cioè la bulimia e l'anoressia nervosa. Si tratta in particolare di anamnesi e valutazione con esame psicodiagnostico; visita psichiatrica di controllo (compresa quella infantile) e poi sedute di psicoterapia individuale, familiare e di gruppo

data di pubblicazione:

27 Gennaio 2025

Il sito de IlSole24ore riporta la notizia dell’introduzione di nuove 16 prestazioni di assistenza ambulatoriale per il monitoraggio e la prevenzione di complicanze ed aggravamenti della bulimia e dell’anoressia. Si tratta di prestazioni che andranno ad aggiornare i LEA (livelli essenziali di assistenza) che il Ssn deve assicurare gratuitamente o dietro pagamento di un ticket.

In particolare andranno a “(…) monitorare e controllare due disturbi alimentari molto diffusi e cioè la bulimia e l’anoressia nervosa. Si tratta in particolare di anamnesi e valutazione con esame psicodiagnostico; visita psichiatrica di controllo (compresa quella infantile) e poi sedute di psicoterapia individuale, familiare e di gruppo.

Tra le altre prestazioni gratuite o dietro il pagamento del ticket ci sono anche una serie di esami come il prelievo del sangue venoso, l’emocromo, l’esame delle urine e di altre sostanze come cloruro, creatinina, ferro, glucosio, potassio, proteine e sodio”.

In un momento in cui in Italia ci sono tre milioni di persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione, con un aumento della gravità dei sintomi e un abbassamento dell’età è una notizia positiva, ma non tutti sono d’accordo.

In particolare le associazioni che si occupano di queste tematiche denunciano il fatto che queste prestazioni non avranno un budget autonomo, ma ricadranno in quello della Salute mentale, che potrebbe non essere sufficiente.

Secondo la presidente dell’associazione Animenta. “Queste nuove 16 esenzioni sono un piccolo passo ma non sono quell’azione strutturale che è stata chiesta per far fronte all’epidemia silenziosa dei Dca”.

Sulla stessa scia Maruska Albertazzi, attivista del Movimento Lilla: “Bene le esenzioni ma non risolvono il problema. Temo che finirà col solito rimpallo Stato-Regioni, per cui si indicano come essenziali da erogare prestazioni che non potranno poi essere erogate in modo efficace e continuativo su tutto il territorio per mancanza di strutture e di personale. La soluzione può arrivare solo conferendo ai disturbi alimentari un budget autonomo strutturale tramite la loro autonomia nei Lea”.

Infine per Maurizio Colombo, presidente Fondazione Life On Mind, “se da una parte le 16 prestazioni presentate nel nuovo tariffario dei Lea offrono un supporto aggiuntivo alle ulteriori terapie erogate, non risolvono uno dei principali problemi nel trattamento dei Dca: le liste di attesa, che vanno da 6 mesi ad 1 anno”.

Per tutti rimane importante il ripristino del Fondo dedicato ai Dca (Disturbi del comportamento alimentare) che ad oggi non è ancora stato rifinanziato.

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