Lo stato delle carceri minorili in Italia è di profondo allarme, a partire dalla condizione di sovraffollamento che interessa sempre più istituti, rendendo le condizioni di reclusione molto dure. Secondo un articolo di Huffington Post, il numero di nuovi ingressi in carcere di minorenni è aumentato in proporzioni inedite.
“Mai visto nulla di simile”. Parte da questa considerazione l’allarme di Antigone sulle carceri minorili. Nel rapporto redatto a un anno dal decreto Caivano, che ha reso molto più semplice per i minori autori di reato (o presunti tali) entrare in carcere. Il risultato? 12 Ipm (istituti penali per minori) su 17 sovraffollati e gesti di rivolta e di disperazione nelle celle. A ciò si aggiunge un maggior uso di psicofarmaci (+30%) partito, però, già molto prima dell’emanazione del decreto Caivano.
“Nelle carceri minorili si respira una tensione mai vista prima, data dall’affollamento e dalla progressiva chiusura del sistema. Da tanti IPM ci segnalano la chiusura di attività, le difficoltà per i volontari, il ritorno a un modello di detenzione fatto solo di cancelli e sbarre, i trasferimenti forzati“, scrivono i volontari di Antigone.
Per raccontare questa storia bastano i numeri: al 15 settembre 2024, erano 569 i ragazzi e le ragazze detenuti nelle carceri minorili È da febbraio che il dato supera costantemente le 500 presenze, arrivando ad oscillare tra le 560 e le 580 negli ultimi mesi. Numeri così alti non si erano mai registrati prima, perché mentre nelle carcere per adulti il sovraffollamento è una triste costante, per i minori la situazione era diversa. La giustizia penale minorile era uno dei (pochi) fiori all’occhiello della giustizia italiana.
Un sistema che alcuni Paesi esteri ci invidiavano ed è stato progressivamente smantellato. Un dato per tutti: “A ottobre 2022, momento in cui si insedia l’attuale governo – si legge nel rapporto – le carceri minorili ospitavano 392 persone, del tutto in linea con il dato immediatamente precedente la pandemia. In ventidue mesi i giovani detenuti sono cresciuti del 48%”. Sono aumentati i giovanissimi delinquenti? Anche se alcuni episodi efferati di cronaca nera potrebbero far pensare il contrario a un’opinione pubblica poco attenta no, i reati dei minori, nel complesso, sono diminuiti: nel 2023 si è ridotto del 4,15% il numero di segnalazioni di minori denunciati o arrestati rispetto all’anno precedente.
Dati alla mano, come dicevamo, c’è stata dopo il decreto Caivano. Guardando al numero degli ingressi in Ipm, si nota come al 15 settembre 2024, sono stati in tutto 889. Alcuni ragazzi sono poi usciti dal carcere, altri spostati in penitenziari per adulti. Nello stesso periodo del 2023 gli ingressi erano stati 764. In un solo anno si è registrata una crescita del 16,4%. Impressionante il numero di giovani detenuti in attesa di giudizio: il 65,7% non ha ancora ricevuto una condanna. Circa la metà dei ragazzi è in carcere per reati contro il patrimonio.
Guardando ai singoli istituti, il sovraffollamento viene affrontato come si può: a Treviso, ad esempio, sono state aggiunte brandine e materassi per terra. Situazione simile a Torino, dove un’ala è inagibile. A Roma, invece, non funziona la luce negli spazi comuni e mancano i frigoriferi. “I ragazzi – si legge – riempiono il lavandino d’acqua, vi ripongono cibo o bevande, per farli rimanere freddi”.
Circa la metà dei ragazzi presenti in cella (poco più del 50%) hanno commesso reati contro il patrimonio. Il 21% reati contro la persona. I ragazzi stranieri presenti in cella sono il 46,7%. A gennaio erano il 51,2%.
Quanto ai reati commessi dai minori, oltre alla riduzione complessiva si notano alcuni elementi interessanti: tra il 2022 e il 2023, si nota un calo delle segnalazioni per risse -16,41 e percosse -16,52%. Al contrario, sono in aumento le segnalazioni per rapina 7,69%, leggermente quelle per lesioni dolose 1,96% e violenza sessuale (8,25%). Emerge, poi, come i ragazzi autori di reato presentino sempre più problemi di dipendenza e di uso di sostanze stupefacenti, a prescindere dalla nazionalità e dalla condizione economica.
I minori vivono un disagio maggiore, ma delinquono meno. Il governo risponde a quel disagio rendendo per loro più facile la galera.”