L’ALLARME CRACK A PALERMO

Servizi pubblici di contrasto alle dipendenze, volontari laici e religiosi, cittadini sono concordi nel valutare come estremamente pericolosa la situazione

la diffusione del crack a Palermo coinvolge sempre più giovani e giovanissimi (anche under 14), sia a livello di consumo che di spaccio

data di pubblicazione:

25 Settembre 2024

Un articolo e videoreportage de Il Fatto Quotidiano ricostruisce dimensioni e problemi dell’allarme crack a Palermo. Nel capoluogo siciliano, già prima del periodo pandemico, è in atto una massiccia diffusione del crack, ulteriormente aumentata nel recente passato. La situazione, specie fra i giovanissimi, appare esplosiva.

Servizi pubblici di contrasto alle dipendenze, volontari laici e religiosi, cittadini sono concordi nel valutare come estremamente pericolosa la situazione. In particolare, preoccupa molto che il fenomeno coinvolga giovani e giovanissimi (anche under 14), sia a livello di consumo che di spaccio. Epicentro del fenomeno sembra essere il quartiere popolare di Ballarò, dove lo stretto controllo mafioso permette uno spaccio incontrollato e palese del crack.

“Ma se da una parte i numeri dei tossicodipendenti crescono, dall’altra diminuisce l’età media dei consumatori: nel 2017 le stime dell’Asp raccontavano di giovani tossici che cominciavano a farsi tra i 16 e 26 anni. Una forbice che oggi si è abbassata fino ai 10-12 anni. A preoccupare, anche i tanti – troppi – neonati ricoverati in ospedale per intossicazioni dovute all’ingestione di sostanze stupefacenti: vuol dire che vivono in abitazioni dove la droga è a portata di mano.

O, ancora peggio, che le madri continuano a farsi anche quando sono in gravidanza. Le stime del tribunale dei minori parlano di due casi ogni sette giorni in tutto il distretto tra Palermo, Trapani e Agrigento. Sempre più diffusi, inoltre, i casi di ragazze costrette a prostituirsi per avere una dose. Un sistema perverso, su cui Cosa nostra continua a guadagnare.

Un meccanismo che ha come epicentro i quartieri Sperone e Ballarò , dove si moltiplicano le case del crack: il capomafia fa arrivare la cocaina dalla ‘ndrangheta, le mamme cucinano gli scarti della polvere bianca, li trasformano in crack che viene poi venuto dai ragazzini, a pochi passi dal celebre mercato del centro storico.”

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