uno sportello telefonico sul fenomeno del ritiro sociale

pensato per intercettare precocemente le situazioni di disagio

Con l'apertura di questi sportello l'intento è quello di incoraggiare i giovani e adulti a segnalare il disagio che vivono in prima persona oppure che osservano in qualcuno a loro vicino.

data di pubblicazione:

23 Settembre 2024

Un servizio in più per chi ha deciso, o conosce persone che hanno deciso, di rinunciare alla socialità. Si tratta di uno sportello telefonico creato dal Gruppo Abele in collaborazione con il CTS (Centro territoriale di supporto per le nuove tecnologie e disabilità) di Torino. Il Gruppo Abele da anni si confronta con il fenomeno dei ritirati sociali, rappresentati per lo più da adolescenti e giovani adulti, in particolare tra i 14 e i 30 anni, che delusi o a disagio nel mondo esterno scelgono forme più o meno radicali di isolamento.”

Un fenomeno che l’associazione ha indagato tramite una indagine condotta insieme all’Università della Strada e il Dipartimento di Fisiologia Clinica del Centro nazionale di ricerche (Cnr).

I risultati di questa indagine, svolta in Italia, parlano “(…) di circa 50mila persone solo nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. Adolescenti che rifiutano la vita sociale, scolastica e lavorativa e si ritirano in casa con relazioni esterne ridotte al minimo e contatti quasi esclusivamente mediati attraverso il web. Con situazioni spesso correlate di depressione, disturbi alimentari e altre forme di malessere psichico.”

Con l’apertura di questi sportello l’intento è quello di “(…) incoraggiare i giovani e adulti a segnalare il disagio che vivono in prima persona oppure che osservano in qualcuno a loro vicino.”
Il nodo critico è infatti quello di far emergere situazioni che tendono a rimanere troppo a lungo sotto traccia, per sottovalutazione, incomprensione, paura o vergogna. Mentre è dimostrato che il tempo è in questi casi un fattore chiave per evitare la cronicizzazione del problema: prima si interviene con un supporto educativo e psicologico mirato, più è facile provare ad accompagnare la persona fuori dal proprio isolamento, verso un ritorno alla socialità e alla fiducia in sé stessa e negli altri.”

Dal 3 settembre 2024 genitori, docenti, ragazze e ragazzi che vivono o intercettano situazioni di questo tipo potranno rivolgersi telefonicamente a una psicologa e psicoterapeuta, per chiedere aiuto, consiglio o semplicemente ascolto.

 

 

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